Apple, Google e altre aziende tecnologiche stipulavano patti segreti?

Teoricamente, il mondo della tecnologia dovrebbe essere fondato sulla libertà, sulla dinamicità e sul principio di meritocrazia. Le persone che hanno le idee migliori devono creare i prodotti migliori. Molti pensano alla Silicon Valley come ad un luogo di opportunità e di libero mercato. Tutto funzionerebbe correttamente se ognuno potesse scegliere autonomamente il proprio futuro e le proprie preferenze professionali. E se invece le grandi aziende dell’Information Technology avessero stipulato un accordo che non permetteva di assumere personale che brillava di più in un’altra azienda tecnologica? E se tutto questo avesse anche bloccato gli stipendi dei lavoratori?

steve_jobs_car

PandoDaily nel mese di Gennaio dichiarò che queste supposizioni erano fondate: Google, Apple e altre aziende dell’IT avevano collaborato per garantire la non-mobilità dei lavoratori. Ora queste informazioni sono al centro di una class action che dovrebbe essere portata in tribunale entro Maggio. Josh Harkinson, della rivista Mother Jones, ha presentato una relazione con ulteriori dettagli dietro le quinte delle manovre che avevano come obiettivo quello di mantenere bassi i salari utilizzando vari stratagemmi. Ora toccherà al giudice verificare la legalità delle operazioni, e quindi agire di conseguenza.

La storia inizia nel 2005, quando Bill Campbell di Intuit fa un accordo con Jobs e Schmidt per non assumere nessun lavoratore che fosse presente in una delle aziende citate. Inizialmente girarono molti messaggi di posta elettronica con l’ordine di aggiungere tutti i rivali alle “liste senza appello” così da non dover competere per i dipendenti. Schmidt però sapeva che le loro azioni erano sbagliate: Mother Jones riferisce che successivamente ha voluto discutere verbalmente della questione, in modo da non creare una traccia cartacea. Questi movimenti erano già stati segnalati nel 2010 in una causa antitrust.

AUSTRALIA-GOOGLE-SCHMIDT

Secondo i documenti del tribunale ottenuti da Mother Jones dal caso 2010, Steve Jobs è stato un leader del movimento anti-reclutamento, notizia che dipinge una nuvola scura e densa di mistero anche attorno alla figura di Apple. Inoltre in un caso ancora non pubblicato, sembra che Jobs proponendo un accordo a Palm abbia ricevuto il rifiuto del CEO Edward Colligan, che citò l’illegittimità dell’accordo. Stando alle fonti, sembra che Jobs abbia poi minacciato di citare Palm per violazione di brevetto, facendo leva sulle differenze economiche delle due società.

Ma c’è di più: oltre a mantenere bloccati i dipendenti, gli stipendi rimanevano sempre gli stessi e non c’era modo di farli aumentare in quanto veniva a mancare l’idea del libero mercato.

Noi possiamo solo chiederci come mai delle aziende così dinamiche e che vogliono far trasparire un’immagine positiva del lavoro, dietro le quinte operino in questo modo poco chiaro e probabilmente deleterio per i lavoratori.

[via]

NovitàAcquista il nuovo iPhone 16 su Amazon
News