Il New York Times ha realizzato un nuovo report dedicato a Tim Cook. Nell’articolo si parla dello stile di leadership del CEO Apple dopo tre anni passati a capo dell’azienda, con riferimenti alla sua influenza nello sviluppo dei prodotti, nell’espansione del marchio e nel nuovo approccio alla progettazione. Nel profilo realizzato dal New York Times si fa luce anche sul possibile iWatch.
Studiando tutti i comportamenti di Tim Cook degli ultimi tre anni, e ascoltando persone a lui vicine, il New York Times scrive che la gestione dell’azienda è molto diversa rispetto a quella messa in piedi da Steve Jobs, soprattutto nelle decisioni sui nuovi prodotti da lanciare e sulle acquisizioni di nuovi talenti in Apple. Tim Cook ha anche dato molta importanza all’ampliamento del marchio, sostenendo iniziative come il rispetto dell’ambiente e la beneficenza.
Cook sente molto la pressione dei critici esterni, i quali chiedono a gran voce prodotti innovativi, ma il responsabile del design Jony Ive ritiene che questa “mission” non è stata mai trascurata da Tim Cook, in quanto al centro di Apple rimane sempre e soltanto la parola “innovazione”. Anzi, Ive assicura che anche per Tim Cook è stata dura aspettare tanto tempo, ma la sua pazienza porterà presto ottimi frutti.
Ive conclude dicendo che “Nulla è cambiato rispetto a tre anni fa. Qui ci sentiamo esattamente allo stesso modo di quando si stava lavorando all’iPhone“.
Secondo il New York Times, Tim Cook è stato anche il più grande sponsor dell’iWatch, da lui fortemente voluto. Malgrado questa sua volontà, Cook avrebbe deciso di ritagliarsi un ruolo marginale nella progettazione dello smartwatch e di affidare gran parte del lavoro a Jony Ive. Il CEO di Apple, più che dell’hardware, si starebbe preoccupando delle funzioni dell’iWatch, con particolare attenzione per il monitoraggio della salute. Il lancio dell’iWatch è comunque previsto entro la fine dell’anno.
Altra novità di Tim Cook è la particolare attenzione per i talenti che possono servire ad Apple. Tra questi, le figure di spicco che adesso fanno parte dell’azienda sono l’ex capo di Burberry Angela Ahrendts, ora responsabile degli Apple Store, e l’ex CEO di Yves Saint Laurent Paul Deneve, che invece si occupa di tutti i progetti speciali di Apple. Come dimenticare poi Dr. Dre e Iovine di Beats, società acquisita poche settimane fa?
Merito di Tim Cook è stato anche il lancio dell’iPad mini, che forse Jobs non avrebbe mai fatto realizzare. Jobs, infatti, non credeva nelle potenzialità di un tablet più piccolo dell’iPad, ma i fatti lo hanno smentito visto che le vendite del “mini” stanno andando alla grande.
In azienda, Cook tende a parlare molto con ingegneri e sviluppatori, con colloqui lunghi che ai tempi di Steve Jobs erano molto più rari. Grazie a queste scelte, Tim Cook ha aumentato la sua influenza in Apple, diventando sempre più un punto di riferimento per tutti i dipendenti e i dirigenti.