Un gruppo di azionisti conservatori hanno pubblicato una lettera di accuse contro Tim Cook, reo di voler distruggere le piccole comunità religiose.
Il gruppo di azionisti NCPPR (National Center for Public Policy Research) chiederà ufficialmente un chiarimento e una revisione delle politiche aziendali in tema di attività nei paesi con forti rischi geopolitici e per quanto riguarda i diritti umani. Questa decisione è stata presa a seguito delle dichiarazioni rilasciate qualche tempo da fa Tim Cook, che aveva criticato una legge dell’Indiana che permetteva ai commercianti e alle aziende di negare i propri servizi agli omosessuali per motivi religiosi. Secondo la NCPPR, con questa dichiarazione del CEO di Apple si pone contro le piccole comunità religiose, con un comportamento definito “ipocrita” in tema di libertà dei singoli individui di professare la propria fede.
Per questo motivo, il gruppo chiede ad Apple di modificare le proprie relazioni commerciali con paesi come la l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, dove i diritti umani vengono calpestati ogni giorno senza che Apple commenti mai alcun crimine: “Il CEO di Apple ha criticato una legge statale sulle libertà religiose, ma poi afferma che l’azienda è aperta a tutti indipendentemente dalla loro provenienza, da loro aspetto o dalla religione che professano. Se Apple non tollera la discriminazione, allora non deve criticare leggi basate sulla libertà di religione. Tra l’altro, Apple opera in 17 paesi dove l’omosessualità è considerata un crimine e viene punita con la morte. Fare affari in questi paesi sembra un comportamento ipocrita, e per questo chiediamo una revisione e un chiarimento in merito”.
Il prossimo 26 febbraio ci sarà un incontro tra gli azionisti e i dirigenti Apple.