La battaglia legale tra Apple e Samsung relativa alla violazione di alcuni brevetti software (diversa dalla causa sul design dell’iPhone, ora finita alla Corte Suprema) ha preso una piega interessante, visto che i legali Apple affermano che l’ultima sentenza del tribunale viola il settimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.
Il settimo emendamento stabilisce che tutti hanno diritto ad un processo con giuria. Nel 2014, Apple ha vinto in prima istanza contro Samsung, rea per la giuria di aver violato 3 brevetti relativi alla schermata “slide to unlock”, ai suggerimenti per la correzione automatica e alla funzione “data detectors” che trasforma il testo in link azionabili. Il giudice stabilì un risarcimento danni pari a 119.6 milioni di dollari, ma questa sentenza è stata ribaltata il mese scorso in seconda istanza: per il giudice d’appello, uno dei tre brevetti non è stato violato da Samsung, mentre gli altri due non sono stati considerati validi.
Il problema è che, secondo Apple, questo giudice non si è limitato a prendere decisioni sul merito, ma ha considerato anche nuove prove portate dalla difesa. Se così fosse, la sentenza sarebbe nulla. Senza scendere in particolare tecnici, in breve per la legge americana un giudice in appello può prendere autonomamente una decisione solo sul merito. Se vengono portante nuove prove, invece, è indispensabile chiamare una giuria: i legali Apple affermano quindi che la sentenza viola il settimo emendamento della Costituzione e chiedono che la nuova causa si tenga davanti ad una giuria.
In pratica, il giudice d’appello non può prendere in considerazione nuove prove non presentate in prima istanza, senza mettere queste nuove prove dinanzi ad una giuria.