Processori a 7 nanometri e memorie flash UFS per i prossimi iPhone?

Ogni anno, tra le varie novità dei nuovi dispositivi, Apple introduce processori più performanti ed efficienti e memorie flash più capienti e veloci. Tali componenti sono realizzati principalmente da due fornitori, Samsung e TSMC, che stanno lavorando allo sviluppo di nuove tecnologie da applicare probabilmente ai prossimi modelli di iPhone.

apple a9

Con il lancio del Galaxy S7, Samsung ha pubblicizzato un nuovo tipo di memoria flash integrata nei suoi dispositivi, che prende il nome di UFS (ultra-fast Universal Flash Storage). Tali componenti riescono a raggiungere velocità di lettura e scrittura superiori a tutte le altre attualmente utilizzate su smartphone e computer. L’adozione in iPhone della tecnologia V-NAND, utilizzata nei chip Samsung, potrebbe aumentare significativamente le prestazioni dello smartphone di Cupertino.

Le due aziende sono in accordo per l’utilizzo delle memorie Samsung già dai tempi di iPhone 5 e l’azienda coreana sta attualmente lavorando alla realizzazione di una schermatura elettromagnetica efficiente, anche se le memorie UFS potrebbero arrivare su iPhone non prima del 2017, presumibilmente con iPhone 7s. Tuttavia, con iPhone 7 potrebbe essere introdotto un nuovo taglio di memoria da 256GB come già avvenuto per iPad Pro.

Nel frattempo, TSMC sta perfezionando la produzione di processori con tecnologia a 7 nanometri. Secondo il co-CEO Mark Liu, circa 15 aziende hanno già progettato i loro processori a 7 nanometri, anche se non è certo che Apple sia tra queste.

TSMC è attualmente il produttore principale di chip A9 e A9X (che utilizzano una tecnologia a 14 o 16 nanometri) per iPhone e iPad, e potrebbe diventare l’unico fornitore di chip A10 per le prossime generazioni dei dispositivi. A seconda della capacità di TSMC di soddisfare le richieste, però, Apple potrebbe essere costretta a ritardare l’adozione della tecnologia a 7 nanometri e scegliere di utilizzare quella a 10 nanometri per il prossimo iPhone 8, previsto per il 2018. In ogni caso, entrambe le tecnologie porterebbero ad un aumento dell’efficienza dei processori sia in termini di prestazioni che in termini di risparmio energetico.

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