Secondo i dati raccolti dal CIRP (Consumer Intelligence Research Partners), negli ultimi anni gli utenti degli Stati Uniti hanno abbassato notevolmente la frequenza con cui aggiornano i propri iPhone all’ultimo modello.
Solo tre anni fa, i due terzi degli iPhone in uso dagli utenti erano al massimo di 1 o 2 generazioni precedenti. A Marzo del 2016, la percentuale è scesa al 51%.
La motivazione di questo calo risiede in una combinazione di due fattori: il primo è rappresentato dal rallentamento nello sviluppo dei nuovi iPhone, con novità sempre meno interessanti, mentre il secondo è la tendenza degli operatori a fornire piani di abbonamento separati dal telefono stesso. Precedentemente infatti, gli utenti acquistavano un nuovo iPhone in abbonamento con un gestore telefonico ad un prezzo conveniente, e parte del canone mensile era destinato al finanziamento dello smartphone stesso. Al termine del pagamento dell’iPhone, però, non erano previsti sconti e il cliente era spinto ad aggiornare il proprio smartphone per non pagare un prezzo troppo alto per il servizio offerto. Ora, i piani in abbonamento diventano più convenienti dopo il pagamento dell’ultima rata dello smartphone, spingendo i clienti a mantenere attivo il piano per ottenere uno sconto.
Proprio questo fenomeno ha spinto Apple a lanciare una propria campagna di aggiornamento, mirata ad incentivare il cambio di smartphone più frequentemente.
Il CIRP conclude affermando, anche se con qualche dubbio, che l’unico modo per aumentare nuovamente la frequenza di aggiornamento sarebbe quello di introdurre novità importanti e interessanti, che spingano gli utenti ad acquistare il nuovo modello di iPhone.
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