I repubblicani propongono una tassa per il denaro che le aziende USA conservano all’estero

Una nuova proposta avanzata dai repubblicani alla Casa Bianca potrebbe obbligare aziende come Apple a pagare le imposte sui profitti accumulati all’estero, a prescindere dal fatto che tali importi vengano o meno rimpatriati.

Apple è una delle aziende con i più alti profitti conservati al di fuori degli Stati Uniti, per un valore totale di 262 miliardi di dollari. Il disegno di legge prevede che tali aziende paghino un’imposta del 12% sul denaro conservato all’estero, anche se queste somme non vengono riportate negli Stati Uniti. Se Apple, come le altre aziende, decide di pagare questa imposta per oltre 8 anni, la percentuale salirebbe al 12.5%. La buona notizia è che questo disegno prevede la possibilità di riportare negli Stati Uniti gli introiti futuri senza alcuna imposta.

Secondo l’attuale codice fiscale in vigore negli Stati Uniti, le società americane pagano le imposte sui profitti stranieri nel paese in cui tali profitti vengono generati. Gli Stati Uniti prevedono attualmente un’imposta del 35% per il denaro rimpatriato, meno le imposte già pagate all’estero nei singoli paesi. Le aziende USA non sono obbligate comunque a rimpatriare tali somme.

Apple e Tim Cook chiedono da tempo una riforma fiscale negli Stati Uniti per facilitare il ritorno di tali somme, e Donald Trump ha promesso di studiare una soluzione entro breve tempo.

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