In Texas sta per nascere un nuovo, tragico caso di San Bernardino: l’FBI non riesce ad accedere ai dati dello smartphone di Patrick Kelley, il ventiseienne che domenica scorsa ha ucciso 26 persone sparando all’interno di una chiesa battista.
A riferirlo è stato un portavoce dell’FBI, che ha comunicato che gli inquirenti non riescono a sbloccare lo smartphone dell’attentatore a causa del sistema di crittografia integrato. L’FBI si dice preoccupata di questa situazione, dato che mette a serio rischio le indagini per capire se Kelley ha agito di sua volontà o meno.
Viene quindi riportato in auge l’annoso problema tra sicurezza e privacy. Apple ha sempre difeso la privacy degli utenti, limitandosi a fornire agli inquirenti solo le informazioni di cui è in possesso, dato che l’azienda non può in alcun modo sbloccare iPhone protetti da password.
Al momento, non sappiamo di quale smartphone si tratti, ma è molto probabile che siamo di fronte ad un iPhone criptato.