Secondo quanto riportato da Bloomberg, Apple avrebbe iniziato a negoziare la fornitura diretta di cobalto e di altre materie prime utilizzate per la realizzazione delle batterie agli ioni di litio.
In pratica, Apple avrebbe iniziato a parlare direttamente con chi gestisce le miniere di cobalto e delle altre materie prime utilizzate nelle batterie agli ioni di litio. Questa strategia sarebbe stata attivata per competere con i produttori di automobili che si stanno muovendo in questo modo per ottenere le materie prime indispensabili per le auto elettriche.
Attualmente, Apple si affida ai produttori delle batterie per quanto riguarda la fornitura delle materie prime, ma i timori di una carenza dei materiali avrebbe spinto l’azienda a muoversi per tempo e a parlare direttamente con chi gestisce le miniere.
Nello specifico, Apple sarebbe in trattativa per procurarsi diverse migliaia di tonnellate di cobalto all’anno, per un periodo di almeno cinque anni. Le negoziazioni sono in corso da diversi mesi e potrebbero anche non portare ad un accordo finale.
L’accordo non è facile da raggiungere, anche perchè Apple è tra i maggiori consumatori al mondo di cobalto, visto che questa materia prima viene utilizzata nelle batterie presenti anche su iPhone e ipad.
Secondo Bloomberg, inoltre, con questo accordo Apple vorrebbe avere anche un maggiore controllo sul rispetto dei diritti umani per i lavoratori che estraggono questi materiali dalle miniere.
Nel 2016, infatti, Amnesty International effettuò un’inchiesta sullo sfruttamento del lavoro minorile per l’estrazione del cobalto in Congo, lì dove l’estrazione di questo materiale viene effettuata per lo più da minorenni. Prima di arrivare ad Apple, questa materia prima fa un bel po’ di giri: i commercianti acquistano questo materiale dai piccoli produttori del Congo che si occupano di estrarlo, poi lo rivendono alla Congo Dongfang Mining che, a sua volta, è una filiale della Zhejiang Huayou Cobalt Ltd, uno dei più importanti rivenditori cinesi di minerali. I produttori di batterie al litio sono quindi accusati di acquistare il cobalto dalla Zhejiang Huayou Cobalt Ltd, incuranti di quello che c’è dietro la sua estrazione. Dall’indagine condotta da Amnesty International emerse che degli 87 minatori intervistati, 17 erano bambini che lavorano 12 ore al giorno nelle miniere, trasportando pesanti carichi di cobalto. La loro paga è di 1, massimo 2 dollari al giorno. Addirittura, un ragazzo di 14 anni ha detto di aver lavorato anche per 24 ore di fila all’interno delle miniere.