Vi state chiedendo per quale motivo nelle vostre storie su Instagram non riuscite più ad utilizzare le consuete gif? La risposta a questa domanda risulta davvero ai limiti del grottesco e non può che lasciare alquanto basiti.
Riavvolgiamo il nastro e cominciamo dal principio. Secondo quanto riportato dal noto e autorevole portale TechCrunch, accuse di razzismo sono state mosse al noto motore di ricerca di gif dall’utente Twitter Lyauna Augmon che ha condiviso pubblicamente quello che secondo il motore di ricerca era una gif corrispondente alla parola crime (crimine).
Secondo Giphy infatti una delle associazioni era un’immagine di stampo fortemente razzista e raffigurante un becero contatore fittizio di crimini commessi da persone di colore, contatore mosso per altro da una scimmia.
This blatant RACISM @instagram @kevin is unacceptable. When you search 'crime' for gifs, a "Nigger crime death counter" appears with a MONKEY cranking it & a white guy telling the "bonzo" to watch the numbers #Instagram #blacklivesmatter @TheAffinityMag REMOVE & APOLOGIZE NOW pic.twitter.com/dOnJFBcHCW
— Lyauna Augmon (@LyaunaAugmon) March 7, 2018
Il cinguettio sulla rete ha ovviamente destato subito le attenzioni del web, facendo eco presso i quartieri generali di Instagram e Snapchat. Il giudizio delle due aziende in merito alla questione è stato quanto mai risoluto e lapidario; i due colossi hanno infatti rimosso totalmente l’integrazione con il motore di ricerca sino a data da destinarsi.
E’ ovviamente chiaro che un motore di ricerca, incapace di provare sentimenti di stampo razzista, non può essere in qualche modo colpevole di razzismo e la problematica è senza dubbio da ricercare nei database del servizio. Sarà comunque compito tempestivo degli sviluppatori quello di andare a rimuovere il problema in fretta così da poter nuovamente rendere disponibile Giphy agli utenti.