Cobalto, la materia prima degli smartphone che costa sempre di più

Diverse multinazionali USA si affidano a realtà terze per acquistare le materie prime necessarie alla produzione dei propri prodotti. Tra queste, figurano anche e soprattutto Apple e Tesla, tra i principali acquirenti mondiali del cobalto. La situazione, però, potrebbe cambiare a breve. Ecco perchè.

Il lavoro nella miniera sotterranea di Kamoto nella Repubblica Democratica del Congo non è certo semplice. I lavoratori – alcuni dei quali bambini – trascorrono lunghe ore del giorno a recuperare il rame e a separarlo dal metallo più raro e di valore conosciuto come cobalto.

Questa miniera è una delle tante strutture del genere nella Repubblica Democratica del Congo, un paese instabile con una scarsa normativa sui diritti umani, ma che domina il mercato mondiale dei metalli rari. Gran parte del cobalto estratto nella Repubblica Democratica del Congo viene raffinato internamente e poi spedito in Asia, dove la materia prima viene lavorata per renderla compatibile con i prodotti di elettronica. Parte di quel cobalto si trova all’interno dell’iPhone.

La maggior parte delle persone non ci fa caso e non lo sa, ma ogni smartphone mediamente contiene circa 8 grammi di cobalto raffinato, il 60% del quale proviene dalla Repubblica Democratica del Congo e viene poi raffinato in Cina.

Come riportato da Mashable, dato l’enorme mercato della telefonia mobile, se il cobalto e gli altri metalli rari diventassero improvvisamente più difficili da ottenere, potremmo assistere ad un aumento sensibile dei prezzi di ogni singolo smartphone. E alcune aziende non riuscirebbero a proporne di nuovi ogni anno.

In realtà, i problemi nel trovare questi metalli rari è legato anche ai veicoli elettrici, che negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre di più. Aziende come Tesla acquistano cobalto e altri metalli rari per le batterie delle auto elettriche, e tutto ciò sta contribuendo ad aumentare le difficoltà nel trovare questa materia prima.

La domanda di cobalto è triplicata a livello globale rispetto anni ’70, e anche il prezzo è aumentato di tre volte negli ultimi 18 mesi, arrivando a 80.000 dollari per tonnellata. Anche per questo motivo, Apple sta cercando di negoziare direttamente con chi gestisce le miniere di cobalto. Questa strategia sarebbe stata attivata per competere  proprio con i produttori di automobili che si stanno muovendo in questo modo per ottenere le materie prime indispensabili per le auto elettriche. Attualmente, Apple si affida ai produttori delle batterie per quanto riguarda la fornitura delle materie prime, ma i timori di una carenza dei materiali avrebbe spinto l’azienda a muoversi per tempo e a parlare direttamente con chi gestisce le miniere.

Nello specifico, Apple sarebbe in trattativa per procurarsi diverse migliaia di tonnellate di cobalto all’anno, per un periodo di almeno cinque anni. Le negoziazioni sono in corso da diversi mesi e potrebbero anche non portare ad un accordo finale. Inoltre, con questo accordo Apple vorrebbe avere anche un maggiore controllo sul rispetto dei diritti umani per i lavoratori che estraggono questi materiali dalle miniere.

In realtà, tra le multinazionali sta crescendo la paura che non ci sia più cobalto sufficiente per soddisfare la domanda di questa materia prima. Le forniture di cobalto sono state sempre poche anche prima che i veicoli elettrici arrivassero sul mercato, ma ora che queste auto stanno decollando in termini di popolarità, la catena di fornitura è ancora più tesa .

Come detto all’inizio, il cobalto viene principalmente considerato come sottoprodotto dell’estrazione del rame e del nichel, e la maggior parte delle miniere si trovano in Congo. Oltre alle preoccupazioni sulla stabilità di quel paese e sullo sfruttamento del lavoro minorile nel settore minerario – un problema che Apple ha preso in seria considerazione – si verificano anche problemi di fornitura laddove la materia prima viene raffinata in forme adatte per l’uso nei dispositivi elettronici.

Ad oggi è la Cina a controllare gran parte di questo mercato grazie alle tante aziende che assemblano prodotti di multinazionali USA e non solo, ma le cose potrebbero cambiare in futuro. Lo scenario è preoccupante sotto diversi punti di vista e Apple si sta muovendo per cercare una soluzione ed evitare un sensibile aumento dei prezzi.

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