Amnesty International condanna Apple per il trasferimento dei dati iCloud in Cina

Anche Amnesty International ha avviato una campagna social contro Apple, rea di aver tradito gli utenti cinesi quando ha trasferito i loro dati iCloud su server potenzialmente controllati dal governo del paese.

A gennaio, Apple ha comunicato agli utenti residenti in Cina che i loro dati sarebbero stati trasferiti sui server di un’azienda locale in conformità con le leggi del paese. Il nuovo data center è stato realizzato a Guizhou in collaborazione con la CGBD per rispettare le leggi locali. I dati degli utenti cinesi sono stati trasferiti a partire dal 28 febbraio, con Apple che ha rassicurato tutti  sul fatto che il trasferimento avrebbe rispettato tutte le norme di sicurezza e che non ci sarebbero stati disagi per gli utenti.

Questo significa che i dati degli utenti che vivono in Cina sono ora conservati nel paese, in osservanza delle leggi locali.

Oggi Amnesty International ha iniziato una nuova campagna contro Apple “per il tradimento di milioni di utenti iCloud cinesi i cui dati sono ora incautamente vulnerabili e potenzialmente all’esame arbitrario del governo cinese”.

Facendo un cenno all’iconica pubblicità “1984” di Apple, la campagna riprende un tema orwelliano con la frase “Tutti gli utenti Apple sono uguali ma alcuni sono meno uguali degli altri”.

Nicholas Bequelin, Direttore di Amnesty International in Asia Orientale: “Tim Cook non è credibile con gli utenti cinesi, quando insiste che i loro dati privati ​​saranno sempre al sicuro”. Nel report di Amnesty International si legge anche che “… consegnando il servizio iCloud degli utenti cinesi a una società locale senza sufficienti tutele, le autorità del paese ora hanno un accesso potenzialmente illimitato a tutti i dati iCloud dei clienti Apple in Cina. Apple lo sa, ma non ha avvertito i suoi clienti  dei rischi”.

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