Da quanto emerge da un’interessantissima intervista rilasciata a The Verge, Carl Pei, boss di OnePlus e volto noto della nota azienda cinese, la notch sarebbe un sistema irrinunciabile per un telefono borderless ed il sistema a gesture, che verrà implementato sul prossimo OnePlus 6 è naturalmente ispirato ad iPhone X. Vi riportiamo un’interessante intervista che traccia le linee del momento del mercato smartphone in una disamina molto onesta in cui Pei spiega molto chiaramente perché la notch è un compromesso irrinunciabile e perché Apple resta ancora in grado di determinare le tendenze del settore.
Onestà. L’intervista del boss di OnePlus, Carl Pei, stupisce per una dote rara per un leader di azienda, naturalmente volto all’autopromozione della propria azienda e, perché no, nella dequalificazione dell’avversario. E, con onesto candore, Carl Pei ha raccontato in una lunga chiacchierata con The Verge perché il notch è oggi un elemento quasi irrinunciabile per il design di uno smartphone borderless (sarà infatti adottato anche nel prossimo OnePlus6) e di come “Apple riesca ad accelerare l’adozione delle soluzioni nel settore“.
The “notch”. La tacca della discordia
Per alcuni sarà la storia dell’oste e del vino, per altri una giustificazione rispetto ad un elemento che crea ancora discussione mentre, per altri ancora, il tentativo di rendere l’onore delle armi ad Apple (che non è certo il competitor di OnePlus), anzi, un tentativo di giustificare le proprie strategie e scelte allineandole alle scelte del leader del settore. Molto spesso, però, nell’hi-tech così come nella vita, la risposta più semplice e ovvia è al tempo stesso la più vera.
In questi mesi abbiamo raccontato in tanti approfondimenti, discussioni sul blog, nei commenti, in molti Podcast origini, peculiarità e limiti di questa soluzione che, sin dall’inizio, appariva controversa, di rottura e, in ultima analisi, estrema come spesso sanno essere le scelte di Apple. Ci siamo divisi in redazione, tra utenti, ancora prima dell’uscita del terminale, spiazzati da come Apple non avesse adottato quella soluzione così banalmente scontata alla vigilia avendo a disposizione un display oled: quella di “annerire” la status bar nascondendo la notch in un mare di pixel neri.
Eppure, analizzata a mente lucida, quella soluzione, magari non bellissima, appariva sempre più sensata. Di più, ad oggi, per realizzare un borderless, il notch ed il design portato da Apple con iPhone X appare il compromesso migliore possibile.
C’è sempre quel velo, antipatico a volte, inevitabile altre, sotto cui cade ogni tentativo di analizzare e razionalizzare una soluzione o una scelta di Apple se sei un blogger o una testata che parla di Apple.
Per questo motivo abbiamo scelto di argomentare e cercare di spiegare il perché di alcune scelte e di alcune dinamiche che stanno caratterizzando il mondo degli smartphone utilizzando le parole, certamente più autorevoli di quelle di chi scrive, del boss di OnePlus. Non per soddisfare qualche egoico “ve lo avevamo detto”, non per dissimulare una difesa d’ufficio di questa o quella soluzione o azienda ma come spunto di autentica discussione tecnologica.
La notch è indispensable? Perché?
Quanto grande sia la tacca dipende sempre dalle tue scelte come compagnia. Quello che stai essenzialmente facendo è spostare l’intera barra di notifica verso l’alto, dando agli utenti più contenuti sul loro schermo.
La notch, quindi, come intuibile peraltro, nasce dalla volontà di massimizzare lo spazio disponibile a schermo. Non è, peraltro, quello il grande vantaggio per cui sono nati o dovrebbero nascere i “borderless”? Spostando la status bar in alto, ad altezza notch, si riesce a massimizzare lo spazio disponibile in quella che nelle guide lines Apple, viene chiamata la “Safe Area” in cui ospitare i contenuti, il “body” dell’interfaccia utente delle app.
Il tutto, sotto il controllo dell’App Store ha fatto sì che questa soluzione venisse adottata presto dagli sviluppatori ed iOS, cucito addosso ad iPhone X, è riuscito ad integrare al meglio e da subito (o quasi) la soluzione in modo (quasi) indolore per l’utenza. Questo è stato uno dei principali punti di discontinuità rispetto ai concorrenti Android. Come abbiamo visto al MWC Android non è naturalmente ottimizzato per questa soluzione e molti brand che si sono affannati a presentare copie/semi copie ed ispirazioni a vari livelli di iPhone X tutt’altro che ottimizzate a livello software col notch non hanno semplificato a far digerire la famigerata tacca a molti utenti.
Il software: è questa una delle peculiarità che Pei sottolinea aver curato nella realizzazione del prossimo OnePlus 6.
OnePlus, infatti, ha fatto testare manualmente dal suo team le 1.000 app più importanti del Play Store per determinare quali avessero bisogno di una modalità di compatibilità con la tacca. L’azienda sposterà il suo orologio sul lato sinistro dello schermo per lasciare più spazio alle icone di stato, e sceglierà di nascondere la tacca qualsiasi volta che il video verrà riprodotto sul telefono.
Dice Pei: “Nella mia esperienza con l’iPhone X, le uniche volte in cui la tacca è stata evidente come un’invasione nella normale esperienza utente è stato proprio quando si visualizzano foto o video, e ho cercato di rimediare a questo punto dolente”.
E’ una scelta software che Apple non ha intrapreso e, sebbene nella fruizione di normali video e foto la tacca non si veda (bisogna necessariamente passare a fare lo zoom) questa è stata senz’altro una scelta molto discussa. D’altro canto è evidente come in questa particolare situazione l’intento di Apple sia di massimizzare il “borderless feeling” potendo contare di cornici ridottissime (vedasi sotto).
Pei afferma, inoltre, che la tacca su OnePlus non avrebbe potuto essere più piccola senza compromettere la qualità dell’auricolare e della fotocamera frontale del dispositivo o senza omettere i sensori di prossimità e di luce ambientale o la luce di notifica LED richiesta dall’utenza. Allo stesso tempo, sostiene Pei, “non sentiamo il bisogno di avere un sensore 3D” simile a quello del Face ID di Apple, quindi la tacca di OnePlus sarà notevolmente più piccola di quella di Apple. “La nostra tacca, ci sarà”, riassume Pei, e “sarà più grande dell’Essential Phone e più piccola di quella su iPhone X”. OnePlus ha fornito le misure precise per la sua prossima tacca, 19,616 mm x 7,687 mm, per gli amanti della precisione e del dettaglio.
La tacca è una scelta “iconica” o necessità tecnica?
Dispiace deludere gli appassionati o smentire questa vulgata ma non è così, almeno non totalmente. Semmai ciò è una conseguenza di una precisa scelta tecnica. La notch è una scelta di design, ingegneristica, di progetto e, come tutte le cose in ingegneria, frutto di un compromesso. Se è evidente, quindi, che qualora fosse ingegneristicamente possibile non averla non l’avremmo (ma dai?) è altrettanto evidente la soluzione tecnica dettata dalla minimizzazione delle cornici ed una concentrazione della sensoristica necessaria in un’unica area.
Anche Pei è di questo avviso e OnePlus sembra essersi mossa esattamente in questa direzione: OnePlus non promuove il passaggio a un design “con notch” come scelta estetica. L’azienda insiste sul fatto che ha fatto del suo meglio per massimizzare lo spazio a schermo disponibile per l’utente.
E lì dove libera un frammento di spazio nella parte superiore – assorbendo le icone di notifica e stato – nella parte inferiore del telefono, le interazioni gestuali di OnePlus aiutano a rimuovere le persistenti barre virtuali dei tasti software di Android e quindi a liberare ancora più spazio. Questi gesti, disponibili nel software beta per i dispositivi OnePlus esistenti, sono molto simili a quelli dell’iPhone X, con un semplice swipe dalla parte inferiore dello schermo, infatti si accederà alla schermata Home. The Verge ha accolto positivamente la novità sebbene, è innegabile, ancora una volta sembrano un cambiamento quantomeno ispirato da iPhone.
“Abbiamo visto l’implementazione [delle gesture] sull’iPhone”, ammette Pei, e “forse ci sarebbe voluto più tempo se Apple non l’avesse fatto“. La stessa, onesta e candida risposta ottiene il giornalista alla domanda se OnePlus avrebbe fatto un design “a tacca” se non fosse stato per l’iPhone X: “Forse non così in fretta. Ma abbiamo accesso alle roadmap di tutti i produttori di schermi e, quando ci hanno dato l’opportunità di fare ritagli nella parte superiore dello schermo, ciò sembrava avere un senso”. Pei concorda con l’opinione diffusa secondo cui Apple “acceleri l’adozione delle soluzioni nel settore“, aggiungendo “dove ha senso”. (jack per le cuffie?).
Android, borderless con tasti a schermo e cornice sotto. Che senso ha?
Alla prima domanda, che abbiamo posto nei nostri podcast più di un anno orsono e particolare fissa di chi scrive, credo abbia ampiamente risposto il boss di OnePlus e non posso che complimentarmi con la scelta fatta di un sistema a gesture. Mi aspettavo che tale soluzione provenisse da qualche big del settore, ma onore al merito di questa giovane realtà che, quantomeno, mostra una certa propensione al design come “soluzione o proposizione di una soluzione ad un problema” e non mero “stile da seguire“.
Anche sulla cornice sottostante, presente in praticamente tutti gli smartphone (che è una delle vere peculiarità di iPhone X e che da un senso vero ed autentico all’estremizzazione del design Apple) Pei spiega come questo sia un compromesso a cui tutti (o quasi) dovranno sottostare e che Apple sia riuscita a risolverla (a caro prezzo) in maniera elegante:
“L’unico telefono sul mercato che ha la notch ma che non ha una cornice [sul lato inferiore del display] è l’iPhone X,” osserva Pei, e questo perché la cornice “è sul retro del telefono”. Nella parte inferiore di ogni display è presente un nastro per il collegamento alla scheda logica del dispositivo, che richiede almeno una cornice sottile. La soluzione “esotica” di Apple è stata quella di utilizzare uno schermo OLED flessibile che si incurva internamente e porta quindi la connessione verso la parte posteriore. Pei spiega che questo approccio rende il telefono più spesso e, comprensibilmente, più costoso. Nemmeno Samsung, che produce i display iPhone X di Apple, è così indulgente nel suo design. Così le cornici inferiori resteranno una caratteristica dei progetti di telefoni Android per il prossimo futuro.
Conclusioni
Il malcontento intorno alle “tacche” tende a non comprendere i limiti tecnici e i compromessi di cui abbiamo scritto spesso e che Pei ha esposto in modo chiaro in questa intervista. Dal punto di vista di un produttore di telefoni Android, non c’è nessuna opzione praticabile di “tacca senza cornice sotto”. E se Apple è riuscita almeno ad evitare questo secondo compromesso in maniera brillante, ad evitare inutili tasti virtuali a schermo ed implementare un sistema a gesture divino, la vera caratteristica degna di un wow se si è appassionati di tecnologia, niente ha potuto fare per realizzare un telefono più borderless possibile senza tacca. Perché puoi essere l’azienda più capitalizzata al mondo ma non si può sfuggire alle leggi fisiche che stanno dietro all’utilizzo di molti sensori collocati nella “notch”.
E allora… se non è bello ciò che non piace certamente sarà utile ciò che funziona come deve.