Il flop non flop dell’iPhone X: quando le previsioni sono (ancora) sbagliate

52.2 milioni di iPhone venduti nei primi tre mesi dell’anno, con l’iPhone X che è stato il modello più popolare settimana dopo settimana. Numeri da “non” flop, malgrado le tante chiacchiere dei tanti analisti. Ancora una volta, i numeri reali smentiscono previsioni che sanno sempre più di gossip e sempre meno di analisi approfondite.

Dai risultati finanziari di Apple sono emerse una serie di novità incontestabili: non solo le vendite degli iPhone sono andate più che bene rispetto alle previsioni di molti analisti (non tutti), ma l’iPhone X è stato anche l’iPhone più venduto in ogni singola settimana del trimestre conclusosi a marzo. Ed è stato il primo semestre in cui il modello top-of-the-line è risultato essere anche il più popolare tra tutti gli smartphone Apple.

In termini di unità vendute, il trimestre ha fatto registrare un +3% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, con i ricavi che sono invece aumentati del 14%, con un prezzo medio di vendita di 728$. Prezzo medio da record, proprio grazie alle vendite del costoso iPhone X. Questi sono i numeri, incontestabili, di un trimestre positivo per quanto riguarda le vendite degli iPhone in generale e dell’iPhone X in particolare

Eppure, da mesi molti analisti parlano di vendite nettamente inferiori alle aspettative, tanto da definire quasi giornalmente l’iPhone X un “flop”. Previsioni smentite dai fatti, visto che l’iPhone X è stato il modello più venduto da Apple ogni settimana da quando è stato lanciato, con vendite generali di tutti i modelli che sono cresciute rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, quando furono venduti 50.2 milioni di iPhone.

E anche in Cina, con un +20% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, le previsioni sono state smentite dai fatti. Come confermato da Tim Cook, l’iPhone X è stato lo smartphone più venduto nel paese. E in futuro questa situazione potrebbe ancora migliorare.

Tra l’altro, questi dati sono ancora più impressionanti se si tiene conto che, a livello globale, il mercato smartphone ha fatto registrare un calo rispetto ad un anno fa. Solo Apple, Huawei e Xiaomi sono riuscite a migliorare le vendite anno su anno. Oppo, Vivo, LG, Lenovo e ZTE sono invece i produttori con il segno negativo più alto. Nello specifico, le vendite globali del primo trimestre del 2018 sono diminuite del 3% anno su anno, con i primi 10 produttori che si spartiscono il 76% del mercato (gli altri 600 e oltre si dividono la fetta del 24%).

Ora resta da chiedersi come hanno fatto gli analisti a sbagliare di così tanto le previsioni sulle vendite degli iPhone?

Partiamo dall’inizio. Fin dalla sua presentazione di settembre, l’iPhone X è stato aspramente criticato per “l’orribile notch“, per l’abbandono del Touch ID a favore del riconoscimento facciale e per un prezzo troppo alto. Gli analisti hanno quindi iniziato a creare analisi e previsioni partendo dalle tante critiche negative condivise online, e non solo. Da subito si è pensato che questo dispositivo avrebbe fatto breccia tra i fan Apple, ma che subito dopo avrebbe venduto molto meno rispetto agli altri modelli.

Dopo un trimestre natalizio più che positivo, e di fronte quindi a dei dati che già smentivano le prime previsioni, molti analisti hanno continuato sulla loro strada affermando che, dopo il boom iniziale dovuto anche al ritardo nella commercializzazione del dispositivo, le vendite avrebbero subito un drastico calo.

Queste previsioni si rifacevano, almeno pare, ai rumor provenienti dalla Cina e ai presunti tagli di ordinativi imposti da Apple ai suoi fornitori asiatici. Tagli di ordinativi uguale meno iPhone venduti. Aggiungiamoci pure il trimestre fiscali in calo per fornitori importanti come TSMC e Samsung Display (per quanto riguarda gli schermi mobile), ed ecco che tali previsioni venivano condivise da un numero sempre maggiore di analisti. La conclusione poteva quindi sembrare ovvia, anche se mancavano prove certe e consistenti e ci si basava su semplici rumor e su risultati finanziari che potevano essere frutto di tante componenti, non per forza legate esclusivamente ad Apple. E non è un caso se, subito dopo la pubblicazione dei dati finanziari di Apple, le azioni di molti fornitori hanno fatto registrare solo segni positivi in giornata.

La verità è che le previsioni negative degli analisti sono diventate ormai una sorta di tradizione irrinunciabile. Basti pensare che ben 20 degli ultimi 21 trimestri hanno smentito nei fatti le previsioni degli analisti. E facciamo anche noi mea culpa, visto che per dovere di cronaca spesso riportiamo tali analisi, soprattutto quando provengono da firme molto importanti del settore degli investimenti. La realtà è che Apple fa sempre meglio rispetto a tali previsioni, e l’ultimo Q2 2018 lo dimostra.

Fortunatamente, ci sono state anche voci fuori dal coro. Recentemente, un’analisi condotta da Counterpoint ha confermato che l’iPhone X è stato lo smartphone più venduto al mondo nel mese di febbraio, con il 5.1% del totale. L’analisi afferma anche che le vendite in Cina stanno andando bene, e come anticipato ieri Tim Cook ha confermato questo dato (“iPhone X è lo smartphone più venduto nel paese“).

E la stessa Apple si è detta “sorpresa” delle tante richieste di iPhone X in tutto il mondo, con dati che sono infatti più che positivi. Forse il termine “sorpresa” è esagerato e serve ad enfatizzare il dato, ma è pur sempre meno esagerato del termine “flop” utilizzato per mesi da vari analisti.

La realtà è che, malgrado la “tacca”, malgrado il prezzo, malgrado il Touch ID assente e malgrado le tante altre critiche, milioni di persone hanno acquistato l’iPhone X contribuendo a renderlo lo smartphone più venduto al mondo e l’iPhone più popolare in assoluto da quando è stato lanciato. E non dimentichiamo che anche gli altri iPhone stanno vendendo bene, visto che in generale questo trimestre ha superato quello di un anno fa.

Cosa ci dice allora questo ennesimo trimestre positivo?

Che le previsioni degli analisti vanno ormai prese per quello che sono, delle “previsioni”. Previsioni basate per lo più su fonti provenienti dalla Cina (le stesse citate per tanti rumor sui prodotti Apple che poi risultano essere dei fake), sugli umori delle critiche online (spesso di persone che non hanno mai avuto tra le mani un iPhone) e su dati finanziari di fornitori più o meno importanti.

Poi si scopre che 20 volte su 21 queste previsioni erano errate.

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