Ecco come controllare l’iPhone con il solo uso degli occhi!

Uno studente ha usufruito del nuovo ARKit 2 per programmare un software che tramite il tracciamento degli occhi ci fa governare iPhone: ecco il video!

Le novità annunciate da Apple questo lunedì appena passato sono state molteplici. Una miriade di novità che non si sono fermate ad essere rivelate nelle abbondanti due ore di show – anche perché non c’era materialmente abbastanza tempo – ma hanno continuato ad essere scoperte nei giorni a seguire con le prime Beta. E proprio di una in particolare vogliamo parlarvi oggi!

Uno studente Americano – Matt Moss – ha avuto modo di “curiosare” sulla Beta di iOS 12 e in modo particolare sulla nuova versione di ARKit 2 e ha notato che ci fossero delle opportunità teoriche da cogliere e trasformare in applicazioni pratiche.

La sua analisi ha subito una svolta quando ha notato che tra le novità ci fosse l’introduzione del tracciamento degli occhi. Il passaggio successivo sarebbe stato capire all’atto pratico se questo tracciamento fosse sufficientemente preciso per sostituire l’interazione delle gestures e delle dita.

Fatte le dovute considerazioni, Matt non si è perso d’animo e ha compilato una prima demo per riportare nella realtà quello che immaginava nel suo pensiero.

Ebbene, la prima demo è stata già completata ed è stato mostrato un video dove lui stesso prova a sfruttare la nuova interazione visiva tra i menù e le galleria di iOS che – tendiamo a precisarlo – è modificata nella sua interfaccia utente proprio per avere un’interazione semplificata.

Come funziona il tutto in questa demo? Benissimo!

Lo sguardo degli occhi è preciso e le rispettive due linee virtuali vanno a finire incrociandosi in un cursore che imita il puntatore del mouse. Anche nella galleria è facile selezionare una foto semplicemente guardandola e battendo le palpebre.

Per tornare indietro ovviamente bisogna puntare con gli occhi e sbattere la palpebra sul tasto back.

E’ chiaro come le applicazioni possano essere molteplici, in particolare si va a pensare – giustamente – alla questione accessibilità che con una funzione del genere supportata a dovere può essere la chiave di Volta per migliorare la vita alle persone con disabilità.

Insomma, la tecnologia a servizio dei più deboli! Proprio come dovrebbe sempre essere. Ma ricordarlo fa proprio di essa, molte volte, un handicap.

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