Perché Apple non vuole più dirci quanti iPhone ha venduto?

Quello del Q4 2018 sarà ricordato come l’ultimo trimestre fiscale nel quale Apple ha condiviso i numeri degli iPhone, iPad e Mac venduti. Perché è stata presa questa decisione?

A partire dal prossimo trimestre fiscale, vale a dire il Q1 2019, Apple non condividerà più i numeri sulle unità vendute di iPhone, iPad e Mac. Tra l’altro, il prossimo trimestre coincide con il più importante dell’anno, visto che va ad inglobare le festività natalizie.

Perché questa scelta?

Molto probabilmente, solo e soltanto per una questione di cosa raccontare ad investitori, analisti e clienti. Insomma, pubbliche relazioni vere e proprie per far passare un messaggio positivo  piuttosto che un messaggio negativo – a parità di dati oggettivi.

Per tentare di capire questa scelta dobbiamo concentrarci sugli iPhone, visto che si tratta dei dispositivi che più di tutti contribuiscono alla voce guadagni e ricavi in casa Apple.

Da qualche anno, il mercato degli smartphone è profondamente cambiato ed è impossibile o quasi raggiungere i risultati di un 2014 o di un 2015. Questo perché il mercato è ormai saturo, e per Apple – come per altre aziende – è sempre più difficile trovare nuovi utenti o penetrare in mercati emergenti con dispositivi troppo costosi. Non è quindi un caso se le vendite degli iPhone si sono stabilizzate quando Apple ha superato il punto di saturazione in diversi mercati. Poco conta se Apple se la sta cavando meglio di molti concorrenti in termini di vendite: gli utenti acquistano meno iPhone rispetto al passato.

Malgrado questo aspetto, trimestre dopo trimestre Apple annuncia aumenti dei ricavi e delle entrate. Nel Q4 2018, ad esempio, le entrate sono state del 20% superiori rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Questo perché l’azienda sta pian piano aumentando i prezzi di tutti i suoi prodotti, consentendole di continuare a guadagnare pur diminuendo il numero di dispositivi venduti.

Tornando alla domanda principale, nei prossimi trimestri  fiscali Apple sa che c’è il rischio di dover dichiarare un calo di vendite dei suoi iPhone, accanto però ad una crescita costante dei ricavi. Tradotto in termini pratici, media, analisti, utenti e investitori porrebbero l’accento sulle minori vendite degli iPhone, piuttosto che sull’aumento dei ricavi. Un piccolo suicidio mediatico. Tra l’altro, Apple era rimasta una delle pochissime aziende a condividere ancora i numeri ufficiali degli smartphone venduti.

Nei prossimi risultati finanziari, Apple continuerà invece a porre l’accento sulla crescita della voce Servizi, che comprende tra gli altri App Store, Apple Music e servizi cloud. Se i guadagni dei servizi aumentano, Apple fa capire che ci sono milioni di utenti che hanno acquistato un iPhone in passato, ma che continuano a spendere nell’ecosistema Apple. Un ecosistema che difficilmente sarà abbandonato.

Su questo punto, non dimentichiamo che qualche mese fa la stessa Apple ha ribadito che per l’azienda è più importante mantenere un utente per tanti anni, piuttosto che conquistarne di nuovi ma per un periodo minore di tempo.

E questo ragionamento ha senso. Con la voce Servizi, e milioni di utenti in tutto il mondo, Apple sta dimostrando che le entrate possono essere diversificate e non legate quasi del tutto agli iPhone. Anzi, l’iPhone diventa lo strumento per guadagnare sempre di più, a prescindere dalle vendite delle singole unità. L’utente iOS si abbona ad Apple Music, acquista app, sottoscrive abbonamenti iCloud e presto magari si abbonerà anche al servizio TV di Apple (sempre che non venga offerto gratuitamente…).

Certo, rimane il fatto che Apple non si sente più così fiduciosa sulla crescita delle vendite degli iPhone, e questo deve far riflettere proprio su come il mercato sia radicalmente cambiato. Di fatto, l’azienda sarà comunque meno trasparente con i suoi investitori e utenti.

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