Uno sguardo alla biografia “Tim Cook, The Genius Who Took Apple to the Next Level”

Sarà disponibile dal 16 aprile la prima biografia dedicata a Tim Cook, “The Genius Who Took Apple to the Next Level”. Ecco di cosa parlerà il libro scritto da Leander Kahney, già autore di “Jony Ive: The Genius Behind Apple’s Greatest Products“.

Dal libro emerge l’opinione dell’autore che Tim Cook è seriamente sottovalutato. Sette anni dopo aver assunto il ruolo di CEO da Steve Jobs, i risultati parlano chiaro: Cook ha trasformato Apple a modo suo, portandola ad essere l’azienda più importante e ricca al mondo.

Per realizzare The Genius Who Took Apple to the Next Level, Leander Kahney ha parlato con molti collaboratori di Tim Cook cha hanno tracciato il profilo di un uomo che farebbe di tutto per difendere i suoi ideali portati anche in azienda, come dimostra la lotta contro l’FBI per il caso di San Bernardino.

Tim Cook è cresciuto nelle zone rurali dell’Alabama, dove il razzismo e la discriminazione sessuale erano a quei tempi all’ordine del giorno. Una discriminazione che su di lui è stata amplificata dal fatto di essere omosessuale e che ha avuto una profonda influenza sul tipo di CEO che poi sarebbe stato in Apple.

Il libro esamina la sua formazione scolastica e la sua carriera in IBM, una società che ha aperto la strada alla produzione just-in-time essenzialmente facendo computer on demand. Quello in IBM si è dimostrato un apprendistato importante, visto che è lì che Cook ha appreso tutta l’esperienza che avrebbe portato nei primi anni in Apple.

Alla fine degli anni ’90, Jobs reclutò Cook. Dopo il ritorno alla Apple, Jobs stava disperatamente cercando di salvare la società, che era sull’orlo della bancarotta. Gran parte del lavoro era quello di risolvere le operazioni di produzione di Apple, visto che erano un vero disastro.

Cook salì a bordo, prese rapidamente il controllo e cambiò le cose. Il suo contributo ha avuto un ruolo importante nel salvare Apple, ma non gliene fregava molto e non lo sbandierava ai quattro venti. Con Apple su una base più solida, Jobs ha potuto iniziare a presentare una serie di prodotti di successo: iMac, iBook, iPod.

Ognuno di questi prodotti è stato un successo sempre più grande, e presto Apple ha iniziato a risollevarsi. L’esperienza di Cook nella produzione e nella catena di fornitura lo ha portato a costruire una gigantesca operazione di produzione che ha rivoluzionato l’intera azienda. Utilizzando fornitori esterni come Foxconn, Apple poteva creare milioni di prodotti nella massima segretezza e consegnarli in tutto il mondo. Tim Cook ha gettato le basi per il prodotto più popolare di Apple, l’iPhone.

Internamente ad Apple, Jobs ha iniziato a “istruire” Cook sapendo già che sarebbe stato il suo sostituto. Ha dato a Cook una serie di lavori e sempre più responsabilità. Nel 2005, Cook è diventato il COO di Apple e il braccio destro di Jobs.

In effetti, proprio in questo periodo Cook è diventato di fatto l’amministratore delegato di Apple, facendo girare l’azienda dietro le quinte. Lo ha fatto così bene che ha liberato Jobs dagli impegni burocratici per consentirgli di sviluppare nuovi prodotti con Jony Ive nello studio di design industriale di Apple.

Quando Jobs è scomparso nel 2011, Cook è diventato ufficialmente il CEO di Apple. La scomparsa di Jobs è stata una vera tragedia per Tim Cook, non solo personale ma anche lavorativa. La responsabilità era enorme e Steve Jobs non c’era più: le probabilità di fallire erano enormi, anche perché Cook era completamente diverso da Jobs.

Tim Cook era un tipo noioso, specializzato nelle operazioni dietro le quinte. Era capace di far arrivare i treni in orario, ma non era in grado di regalare la stessa eccitazione e la stessa passione del suo predecessore. E senza Jobs, chi avrebbe ideato i nuovi prodotti Apple? Nel 2011, tanti analisti avevano preannunciato un fallimento per Tim Cook alla guida dell’azienda.

Ma quelle previsioni si sono dimostrate errate. Tim Cook si è rivelato un degno successore. La Apple di oggi, spiega il libro, è molto più grande di quanto non lo fosse ai tempi di Steve Jobs. I profitti sono saliti alle stelle, le vendite di tutti i prodotti hanno raggiunto cifre record e la società vale tre volte quello che valeva nel 2011.

Sotto la guida di Cook, Apple è diventata la prima azienda nella storia a valere più di mille miliardi di dollari.

Quasi tutto ciò che Apple fa è più grande che mai: computer, smartphone, tablet e servizi come Apple Music e iCloud. L’iPhone continua ad essere il miglior business mai realizzato e, malgrado qualche battuta d’arresto, continua a fare montagne e montagne di soldi.

Tim Cook ha innovato? Anche in questo caso, l’autore del libro afferma di sì. Un esempio su tutti è ‘l’Apple Watch, che di fatto ha cambiato il mercato degli smartwatch e oggi guida l’intero settore degli indossabili. E cosa dire degli AirPods, diventati ben presto un fenomeno culturale?

E per il futuro ci si aspettano grandi cose, dai nuovi servizi al Poject Titan. Il mondo sta cambiando, e Apple rimane sul pezzo grazie alla guida di Tim Cook.

Lui ha trasformato Apple in una macchina per fare soldi, più “gentile ed educata” rispetto al periodo Jobs. Sotto la guida di Tim Cook, Apple si sta preoccupando sempre di più di argomenti come l’ambiente, l’accessibiltà, la privacy, la diversità, la beneficenza, il rispetto degli altri e tanto altro. Obiettivi come il 100% di energia rinnovabile in tutti gli uffici, i server e gli stabilimenti Apple non erano proprio semplici da raggiungere.

Non è un caso se Cook ha combattuto in prima linea per difendere la privacy degli utenti nel caso San Bernardino o per assumere sempre più donne in azienda. Cook ha anche attivato pesanti sanzioni per i partner asiatici che sfruttano il lavoro minorile o non rispettano i diritti dei lavoratori. Nel libro vengono affrontanti anche i problemi, a partire dalla situazione tasse che Apple sta affrontando in Europa e in altre parti del mondo.

Dal libro si scopre che già dal 2014, a partire da iOS 8, Apple ha attivato la crittografia avanzata su iPhone e iPad, rendendo praticamente impossibile per le forse dell’ordine accedere ai dati dei dispositivi. Già da allora, FBI e non solo hanno chiedo ad Apple di avere accesso a diversi iPhone, ricevendo parere negativo. Il caso di San Bernardino è stato visto dall’FBI come un modo per forzare la mano con Apple, puntando sull’opinione pubblica dopo un atto di terrorismo di quella portata. Anche in quel caso, però, Tim Cook ha puntato tutto sulla privacy degli utenti, combattendo (e vincendo) una lunga battaglia legale e mediatica con l’FBI. Tim Cook era pronto anche ad una causa legale vera e propria, ma prima che si arrivasse a tanto l’FBI trovò un modo alternativo per accedere ai dati dell’iPhone del terrorista.

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