La Commissione europea fa sapere che potrebbe adottare misure antitrust molto più severe contri gitanti tech, poiché le semplici multe non sembrano essere sufficienti a far cambiare comportamento alle società coinvolte.
Come riportato da Reuters, i regolatori antitrust dell’UE stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di adottare una linea più dura contro i giganti tech, per costringerli a fare di più nel garantire condizioni di parità. Questa mossa potrebbe interessare Facebook, Amazon, Apple e Google. Le quattro società tecnologiche statunitensi sono attualmente nel mirino dei garanti della concorrenza nell’UE e in altre parti del mondo, con diverse aziende rivali che si lamentano di essere state escluse da molti mercati chiave.
Cecilio Madero Villarejo, attuale direttore generale della Commissione europea per la concorrenza: “Nei mercati in rapida evoluzione c’è il rischio che le attuali misure da noi previste richiedano troppo tempo per essere implementate e sarebbero anche difficili da monitorare. Pertanto, in particolare in questi mercati in rapido movimento, possiamo progettare rimedi più prescrittivi e possibilmente riparativi al fine di garantire che le condizioni per una concorrenza effettiva siano pienamente ripristinate”.
Lunedì, il commissario europeo per la Concorrenza Margrethe Vestager ha detto che, con il senno di poi. avrebbe preso una linea diversa con Google, nonostante la multa da oltre 8 miliardi di euro comminata alla società dopo un’indagine durata quasi dieci anni. “Se sapessi quello che so ora su Google, sarei stata più audace”, ha detto la Vestager.
Apple è sotto esame della Commissione europea per presunti comportamenti anti-concorrenziali che riguardano l’App Store e Apple Music. Ad esempio, Spotify definisce come una vera e propria “tassa” la percentuale del 30% che Apple trattiene su ogni transazione su App Store. Inoltre, nella denuncia Spotify fa riferimento anche a come Apple impedisce agli sviluppatori di terze parti di comunicare con i clienti. Secondo l’azienda, anche Apple Music dovrebbe sottostare alle stesse regole che Apple impone alle app di terze parti, altrimenti si può parlare di comportamento anti-concorrenziale.
Inoltre, diversi sviluppatori hanno denunciato Apple perché ritengono che avere un solo app store per i dispositivi iOS si prefigura come comportamento monopolistico, dato che Apple non dà agli utenti alcuna alternativa. Anche questi querelanti fanno leva sul fatto che Apple applica da 11 anni un tasso di commissione del 30% su tutte le vendite delle app e degli acquisti in-app su dispositivi iOS. Inoltre, gli sviluppatori fanno presente che Apple obbliga gli sviluppatori a pagare un abbonamento annuale da 99$ per poter pubblicare applicazioni su App Store.
Vedremo se e quali misure adotterà la Commissione europea.