Il comitato giudiziario del Senato degli Stati Uniti ha inviato un documento ad Apple e Facebook per chiedere alle due aziende di trovare un modo per rendere i dati crittografati disponibili alle forze dell’ordine durante le indagini.
Come riportato da Reuters, i dirigenti di Apple e Facebook hanno ricevuto questa richiesta dal comitato giudiziario del Senato USA, che di fatto ha riacceso la diatriba tra la tutela della privacy degli utenti e la sicurezza nazionale.
“Troverete un modo per farlo o lo faremo per voi“, ha detto la senatrice Lindsey Graham. “Non vivremo in un mondo in cui un gruppo di pedofili hanno un rifugio sicuro per praticare il loro mestiere. Punto. Fine della discussione.”
Facebook all’inizio di quest’anno ha affermato avrebbe esteso la crittografia end-to-end a tutti i suoi servizi di messaggistica, scatenando le polemiche di diversi governi come quello USA e quello australiano, dato che questa mossa rende più complesso per le forze dell’ordine avere accesso ai dati degli utenti durante le indagini.
Apple, invece, già nel 2016 ha affrontato una battaglia legale contro l’FBI per il caso San Bernardino, quando l’azienda affermò di non poter dare accesso ai dati crittografati presenti sull’iPhone del terrorista. L’unica soluzione sarebbe quella dell’accesso backdoor agli iPhone, rendendo però tutti gli smartphone in commercio molto più vulnerabili ad attacchi esterni.
Apple è fermamente contraria alla creazione di backdoor per dare accesso al governo e ha messo in guardia dai pericoli dell’indebolimento della crittografia. Apple collabora comunque con le forze dell’ordine fornendo i dati iCloud pertinenti durante le indagini, su richiesta delle forze dell’ordine.