“Visible: Out on Television”, una docuserie importante e convincente – RECENSIONE

La recensione di Visible: Out on Television, docuserie disponibile su Apple TV+ interamente dedicata al mondo LGBTQ.

Visible: Out on Television è un progetto importante, a cui Apple tiene particolarmente perché l’argomento trattato è di quelli considerati fondamentali per l’azienda e le sue posizioni sociali. L’argomento è infatti di quelli tosti, perché anche nel 2020 parlare di diritti dei gay, LGBTQ e rispetto delle diversità (che siano sessuali, religiose o razziali) è ancora molto complesso e delicato. Questa docuserie è riuscita a centrare l’obiettivo?

visible apple tv

 

Il mondo LGBTQ

Con vecchie clip e interviste a importanti personaggi del mondo della televisione, la serie esplora la storia del movimento LGBTQ americano attraverso la lente della TV. Lo spettatore vedrà immagini d’archivio e nuove interviste, tutte con uno squadro diretto sull’omofobia, l’evoluzione dei personaggi LGBTQ e il coming out nel mondo televisivo.

In Visibile non mancano i momenti di umorismo dark, ma sono molto pochi e spesso difficili da cogliere. Per la maggior parte del tempo, la storia riguarda la vita LGBTQ della fine del XX secolo vista attraverso l’obiettivo delle TV americane.

In passato, alcuni documentari pensati per il cinema hanno già trattato argomenti simili, ma Visibile è pensato per essere visto a casa, in una situazione più intima e familiare che permette alla docuserie di approfondire in modo più approfondito alcuni cambiamenti sociali e culturali degli ultimi decenni.

Gli episodi

Visibile si svolge in cinque episodi e, al momento, non è prevista una seconda stagione. Ogni episodio dalla durata di circa un’ora tratta un argomento specifico: “Tempi bui”, “La televisione come strumento”, “L’epidemia”, “Svolte” e “La nuova guardia“.

I primi tre capitoli sono particolarmente forti, soprattutto quando esaminano aree di copertura mediatica come notiziari, reality show, soap opera e talk show.

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Tempi bui, ad esempio, non menziona solo la prima apparizione della parola “omosessuale” in televisione durante le audizioni di McCarthy, ma descrive in dettaglio gli effetti a catena nei media e non solo. Nell’episodio si capisce in modo convincente che l’invisibilità è una maledizione intesa a contenere le persone emarginate insistendo sul fatto che non ci esistono. E questo sembra non importare a nessuno.

La televisione come strumento racconta in modo molto commovente come i gruppi di attivisti gay hanno riconosciuto pian piano il potere della televisione come piattaforma per diffondere la consapevolezza della loro presenza e dei loro diritti. Mark Segal parla dei suoi frequenti tentativi di interrompere i notiziari in diretta per condividere il suo messaggio.

L’epidemia si concentra su come l’ascesa dell’AIDS sia stata coperta in modo approssimativo dai media, sia nei notiziari che nelle trasmissioni di approfondimento. La storia principale raccontata nella puntata è quella di Pedro Zamora, noto personaggio TV la cui scioccante morte a causa dell’AIDS scosse tutto il paese come non mai in passato.

Gli ultimi due episodi si avvicinano al presente e non sono così riusciti come i primi tre. Svolte ha come protagonista l’attrice Ellen DeGeneres che racconta la sua storia di successo grazie ad un talk show innovativo e spregiudicato. La nuova guardia, infine, si concentra su come oggi il mondo LGBTQ viene rappresentato in TV. Molto è cambiato e la situazione sembra dover e voler migliorare con il passare del tempo. Quest’ultimo episodio è forse il meno riuscito di tutta la docuserie, malgrado l’interessante intervento della star di Pose, Billy Porter

Un racconto che commuove

Come già detto, i primi episodi sono sicuramente i meglio riusciti, grazie soprattutto a riprese d’archivio che mostrano la situazione del mondo LGBTQ nello scorso secolo. Le immagini d’archivio degli anni ’50 e ’60 ci fanno capire come, all’epoca e nella migliore delle ipotesi, le persone LGBTQ apparivano in TV come degli esemplari curiosi da mostrare al pubblico. Una donna omosessuale racconta di essere stata invitata ad una trasmissione insieme ad un uomo sordo e un uomo con la sclerosi multipla, quasi a voler far passare la sua condizione come una malattia, fisica e/o mentale.

Vedremo anche tutta una serie di interventi di psichiatri che, negli anni ’60, parlano seriamente dell’omosessualità proprio come di una malattia mentale incurabile. Sempre in quel periodo, una sitcom non venne presa in considerazione perché il ruolo principale era stato affidato a un omosessuale.

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Nei vari episodi ascolteremo anche le interviste di Wanda Sykes e Wilson Cruz (co-produttori della serie), Ellen DeGeneres, Armistead Maupin, Caitlyn Jenner, Ryan Phillippe, Margaret Cho, Neil Patrick Harris, Oprah Winfrey e tanti altri. Alcuni interventi sono molto misurati, ma non mancano persone come l’attivista Miss Major Griffin-Gacy che usa frasi abbastanza colorite per raccontare la sua storia, o quello di Billy Porter che, con molta rabbia, parla dell’epidemia di AIDS degli anni ’80.

Guardando questa serie si comprende come la televisione americana sia stata dominata da uomini bianchi etero che spesso hanno distorto la narrazione e messo in cattiva luce l’omosessualità quelle poche volte in cui veniva trattato l’argomento in qualche trasmissione, film o serie TV. Non mancano citazioni più recenti, come la storia del personaggio Carrie in Sex and the City, che inizialmente doveva essere incentrata anche sulla sua bisessualità poi quasi del tutto accantonata.

Ciò che rende “Visibile” molto interessante è l’attenzione ai dettagli in un contesto così ampio, oltre all’obiettivo raggiunto di aver dato voce a persone e personaggi molto interessanti e poco conosciuti al grande pubblico.

Le cinque puntate della prima stagione di Visible: Out on Television sono disponibili su Apple TV+.

7,5

Visible raggiunge il non facile obiettivo di usare la TV come strumento per raccontare la storia del mondo LGBTQ. Il fatto è che si tratta di una storia molto “americana”, che presuppone la conoscenza di alcune trasmissioni TV, di aneddoti e di alcuni personaggi poco noti nel resto del mondo. Alcuni episodi si allungano nel raccontare aspetti poco interessanti e importanti, quasi a voler allungare il brodo, mentre alti raccontano troppo in poco tempo. In ogni caso, si tratta di un documento molto importante, che tratta in modo elegante un argomento molto delicato. Alcune immagini d’archivio lasciano davvero i brividi per come veniva trattata la comunità LGBTQ.

  • Voto finale
    7,5
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