La produzione dei dispositivi Apple è stata frenata nell’ultimo mese a causa del coronavirus, che per diverse settimane ha bloccato la produzione di gran parte degli stabilimenti in Cina. Ora la situazione sta tornando pian piano alla normalità, e il Wall Street Journal ha voluto condividere alcune considerazioni sul perché Apple dipende così tanto dalla Cina e continuerà a farlo anche in futuro.
I dirigenti Apple hanno sempre sollevato preoccupazioni sulla troppa dipendenza dell’azienda dalla Cina, e già nel 2015 ci sono stati i primi passi verso il trasferimento dell’assemblaggio di alcuni prodotti in Vietnam. Doveva essere un passaggio preliminare indispensabile verso la formazione di lavoratori e fornitori esterni alla Cina, ma lo sforzo era troppo impegnativo da intraprendere in quel momento. Dopo 5 anni, Apple è riuscita solo in parte a raggiungere questo obiettivo, spostando l’assemblaggio degli AirPods Pro in Vietnam e di alcuni iPhone in India. Fare completamente a meno della Cina, però, è al momento impossibile.
Come sottolinea il Wall Street Journal, il CEO di Apple Tim Cook ha minimizzato la necessità di cambiamenti nella catena di approvvigionamento, anche in questo periodo così delicato. Apple non è in grado di staccarsi dalla Cina perché la Cina ha centinaia di migliaia di dipendenti, sia specializzati che non, che hanno esperienza di diversi anni nella produzione di dispositivi Apple. Trovare una quantità comparabile di manodopera più o meno specializzata fuori dalla Cina è impossibile.
Anche la vasta popolazione cinese ha permesso di creare fabbriche con capacità di oltre 250.000 dipendenti. Il solo numero di lavoratori migranti in Cina, molti dei quali fanno parte della filiera Apple, supera la popolazione totale del Vietnam che è di 100 milioni. Da questo punto di vista, l’India è molto più vicina alla Cina, ma lì porti, strade e infrastrutture sono molto indietro rispetto a quelle della Cina. In termini pratici, significa che è impossibile creare mega-fabbriche in altre parti del mondo.
La relazione di Apple con la Cina è iniziata molti anni fa, quando Foxconn ha iniziato a produrre l’iPod nel 2001 e l’iPhone nel 2007. Man mano che le vendite dei dispositivi Apple sono aumentate, anche le fabbriche che assemblano i dispositivi Apple sono cresciute di pari passo, dando luogo a ciò che il Wall Street Journal descrive come un “triangolo di interdipendenza“.
Apple ha continuato a dipendere da Foxconn per realizzare i suoi dispositivi, mentre Foxconn ha costruito la propria attività appoggiandosi alla vasta forza lavoro cinese e al controllo degli appezzamenti di terra per costruire fabbriche. In questo modo, Foxconn è diventato il principale datore di lavoro nel settore privato della nazione e Apple il più importante formatore di nuovi fornitori di tecnologia in Cina.
Apple aveva in programma di assemblare alcuni modelli di iPhone 11 in India, ma lo sforzo è stato interrotto prima che fosse creata una singola linea di produzione, poiché la manodopera non era ancora pronta.
Le cose dovrebbero continuare così anche nei prossimi anni.