Chiesta un’indagine dell’UE sulla raccolta dati tramite Siri

Apple potrebbe finire nuovamente nel mirino dell’Unione Europea per la raccolta dei dati tramite Siri.

Un ex lavoratore a contratto di Apple ha scritto all’UE chiedendo un’indagine formale sulla raccolta dei dati tramite Siri.

Human Interface Guidelines
Thomas le Bonniec ha lavorato per diverso tempo negli uffici Apple di Cork in Irlanda, trascrivendo le richieste degli utenti di Siri. Adesso, le Bonnies afferma che Apple e altre grandi aziende violano i diritti fondamentali raccogliendo enormi quantità di dati e che proprio per questo ha lasciato il suo lavoro:

È preoccupante che Apple (e senza dubbio non solo Apple) continui a ignorare e violare i diritti fondamentali e continui la sua massiccia raccolta di dati.

Sono estremamente preoccupato che le grandi aziende tecnologiche stiano fondamentalmente intercettando intere popolazioni, nonostante ai cittadini europei venga detto che l’UE ha una delle leggi più forti al mondo sulla protezione dei dati. L’approvazione di una legge non è sufficiente: deve essere applicata contro i trasgressori della privacy.

Nell’agosto del 2019, Apple è stata scossa da uno scandalo per la notizia che i suoi lavoratori a contratto venivano pagati per ascoltare migliaia di registrazioni Siri, soprattutto quando è emerso che alcuni di questi file audio contenevano informazioni molto private come discussioni tra pazienti e medici, affari ti lavoro, attività sessuali e tanto altro.

Le Bonniec era uno degli appaltatori assunti da Apple per questo tipo di lavoro: “Operavo in una zona grigia a livello morale e legale. Ormai lo fanno da anni e su larga scala, dovrebbero essere indagati”.

Nella denuncia presentata ieri si legge anche che

Le registrazioni non erano limitate agli utenti dei dispositivi Apple, ma coinvolgevano anche parenti, bambini, amici, colleghi e chiunque potesse essere registrato dal dispositivo. Il sistema ha registrato tutto: nomi, indirizzi, messaggi, ricerche, argomenti, rumori di fondo, film e conversazioni. Ho sentito persone parlare del loro cancro, riferirsi a parenti morti, ma anche parlare di religione, sessualità, pornografia, politica, scuola, relazioni o droghe senza alcuna intenzione di attivare Siri.

Queste pratiche sono chiaramente in contrasto con le politiche “privacy-driven” dell’azienda e dovrebbero essere esaminate con urgenza dalle autorità per la protezione dei dati e della privacy. Con l’attuale dichiarazione, voglio portare la questione alla vostra attenzione, e anche offrire la mia cooperazione per fornire qualsiasi elemento su questi fatti. Anche se questo caso è già di dominio pubblico, Apple non è stata oggetto di alcun tipo di indagine.

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Da allora Apple ha cambiato la sua politica, assumendo dipendenti interni per classificare le registrazioni Siri e offrendo ai clienti l’opportunità di rifiutare esplicitamente di condividere le registrazioni, seppur in modo anonimo e al solo scopo di migliorare Siri.

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