Apple ha presentato il nuovo Small Business Program, una grande novità che per la prima volta dal 2008 porterà ad un abbassamento delle commissioni su App Store. Quali conseguenze ci saranno per l’azienda?
Con un semplice comunicato stampa arrivato a sorpresa, visto che nessuno aveva preventivato una novità di questo tipo, Apple ha forse voluto mascherare la portata di questo cambiamento: dal 1º gennaio 2021, gli sviluppatori con entrate inferiori a 1 milione di dollari pagheranno solo il 15% di commissioni per le vendite di app e dei contenuti in-app presenti su App Store.
Nei mesi scorsi, Apple è stata bersagliata da tantissime critiche e indagini in varie parti del mondo. Facebook, Epic Games, Spotify e tante altre software house avevano chiesto a gran voce una riduzione delle commissioni e un trattamento paritario rispetto ai servizi e alle app Apple che non subiscono carichi di questo tipo. Anche le indagini antitrust vanno su questa strada e cercano di capire se effettivamente l’App Store abbia creato un monopolio.
È quindi molto probabile che la decisione di abbassare le commissioni sia arrivata per calmare un po’ le acque. Di fatto, tantissimi piccoli sviluppatori beneficeranno di questo taglio e probabilmente saranno sufficientemente soddisfatti da non seguire più le orme dei big player come Epic e Spotify nella protesta contro Apple.
In passato, l’azienda si era sempre difesa dicendo che tutte le app venivano trattate allo stesso modo e che le commissioni dell’App Store erano in linea con quelle di tanti altri negozi digitali. Ora, però, Apple ha dimezzato le commissioni per le piccole imprese pubblicizzandolo come modo per aiutare le piccole e medie attività soprattutto in un periodo difficile come quello attuale.
Di fatto, il nuovo programma App Store Small Business andrà a vantaggio della stragrande maggioranza degli sviluppatori che vendono beni e servizi digitali nello store, fornendo loro una commissione ridotta su app a pagamento e acquisti in-app. Il limite del milione di dollari all’anno significa che la commissione è stata dimezzata per almeno il 90% degli sviluppatori, tanto da farci affermare che sarebbe più preciso dire che l’App Store ha ora un tasso standard del 15%, raddoppiato al 30% per un piccolo numero di sviluppatori che guadagnano tanto.
Ad esempio, i dati di SensorTower ci dicono che solo 1.500 sviluppatori hanno contribuito al 91,7% delle entrate nel 2020, per un totale di 40,3 miliardi di dollari guadagni post-commissione fino al 15 novembre. Tutto questo rispetto al totale di 43,9 miliardi di dollari di entrate che tutti i 23 milioni di sviluppatori su App Store. Il più grande sviluppatore, Tencent Mobile Games, ha rappresentato ben 3,86 miliardi di dollari di guadagni dall’inizio dell’anno, pari all’8,8% di tutte le entrate dell’App Store durante quel periodo. I primi 10, i primi 100 e i primi 1000 sviluppatori più grandi hanno rappresentato rispettivamente il 24%, il 59% e l’89% dei guadagni post-commissione.
Ci sono poi gli sviluppatori di mezzo, cioè quelli che si avvicinano alla soglia. Cosa faranno? A conti fatti, conviene non superare il milione di dollari se i guadagni ulteriori sono di poco conto e diverrebbero minori con un tasso del 30%. Facendo due calcoli, qualche sviluppatore potrebbe decidere di abbassare i prezzi delle proprie app o servizi a fine anno onde evitare di finire nella soglia del 30%. Sono casi limite, ma esistono.
Proprio in base a questi dati, Morgan Stanley afferma che i ricavi dell’App Store esposti al nuovo tasso di commissione rappresentano solo il 5% in del totale. Ecco perché l’impatto economico sarà irrilevante per Apple, mentre quello politico e mediatico sarà fondamentale.
Ovviamente, l’azienda è stata attenta a non far passare questo messaggio. In primis, perché quel 5% rappresenta la fetta più grande delle commissioni; in secondo luogo, “aiutando le piccole aziende“, Apple ha ora un’arma a suo favore di fronte alle accuse di giganti come Spotify o Epic, che spesso hanno detto di parlare non solo per loro ma soprattutto per i piccolo sviluppatori. Apple li ha privati di quest’arma.
Terzo punto, Apple lascia inalterata la sua commissione del 15% sugli abbonamenti ricorrenti. Con un numero sempre crescente di sviluppatori che intraprendono tali soluzioni nel tentativo di generare entrate ricorrenti dalle loro app, Apple si sta assicurando di proteggere questi introiti.
Con un semplice comunicato stampa, Apple ha disinnescato una delle più grandi minacce antitrust per l’azienda, e lo ha fatto in un modo da avere un impatto notevolmente minore sui profitti dell’azienda rispetto alla riduzione delle commissioni per tutti gli sviluppatori. Questo non significa che non ci saranno indagini antitrust o che quelle in corso verranno fermate, ma ora Apple ha acquisito un vantaggio notevole anche a livello mediatico come confermato da diversi esperti del settore.
Può piacere o meno, e si può dire che l’azienda abbia preso questa scelta dopo 12 anni solo per un tornaconto personale (fermare le indagini antitrust), ma si tratta di una mossa ben pensata che potrebbe avere ripercussioni positive (per Apple) in tantissimi ambiti.
E i piccoli sviluppatori ringraziano.