I futuri AirTags di Apple verranno gestiti tramite l’app Dov’è su iPhone e iPad, e oggi la relativa scheda (anche in italiano) è stata scoperta tramite Safari.
Un utente di MacRumors è riuscito ad abilitare la scheda “Items” nascosta nell’app Dov’è digitando semplicemente il link findmy: // items su Safari e dispositivi con iOS 14.3/iPadOS 14.3 o versioni successive.
Dopo aver inserito l’URL, viene visualizzato un messaggio che indirizza gli utenti alla scheda nascosta nell’app Dov’è. Sebbene l’URL sia più comodo e funzioni per chiunque, gli sviluppatori registrati al programma Apple possono abilitare la scheda “Items” su un iPhone in Impostazioni> Sviluppatore> Scheda Visualizza elementi. Questo interruttore viene visualizzato su iOS 14.3 e versioni successive.
Il design degli AirTags consiste fondamentalmente in un disco bianco, con un retro in metallo dove campeggiano il logo Apple e altre informazioni correlate. La dimensione dell’accessorio sarà più o meno la stessa di un tappo di bottiglia. Un’altra caratteristica sarà l’integrazione della banda ultra larga anche in questo accessorio, dopo il suo esordio sulla linea iPhone 11.
Di per sé, gli AirTags non saranno in grado di ricevere un segnale, ma solo di trasmetterlo. Utilizzando il chip U1 di Apple, gli iPhone compatibili potranno tracciare la posizione del tag, sfruttando i segnali Bluetooth e Ultra-Wideband. Il tracker trasmette sfruttando entrambi i segnali, nella speranza di essere captato da un dispositivo “ricevente”. Più fonti indicano che l’app “Dov’è” consentirà agli utenti di individuare i tag e, sfruttando i segnali UWB, di individuare la posizione notevole precisione. Il sistema funziona anche all’aperto e a distanze maggiori, sfruttando gli iPhone con chip U1. Un iPhone nelle vicinanze di un tag smarrito può ricevere un ping, che a sua volta può essere trasmesso al proprietario originale utilizzando la crittografia end-to-end, consentendo all’utente di conoscere la posizione del tag.
Maggiori info sugli AirTags a questo link. Il loro lancio è previsto entro i primi sei mesi del 2021.
La domanda ormai non è “se” ma “quando”.