L’AGCM contro Apple: clausole vessatorie nei termini e condizioni di iCloud

Il garante antitrust italiano ha nuovamente accusato Apple.

Il Garante della concorrenza e del mercato italiano ha stabilito che i termini e condizioni di iCloud sono irragionevoli e ingiuste nei confronti dei consumatori e potrebbero violare le leggi nazionali.

L’antitrust italiano mette nel mirino Apple, questa volta per le clausole che bisogna accettare quando si attiva un account su iCloud. Nel documento, viene precisato che diverse associazioni dei consumatori erano d’accordo nel considerare i termini di iCloud sbilanciati a favore di Apple, in particolare per tre elementi.

Apple di riserva il diritto di modificare i termini

I termini e le condizioni di iCloud prevedono che Apple possa modificarli unilateralmente in qualsiasi momento, senza imporre limiti concreti all’impatto di tali modifiche. Il contratto si basa su termini vaghi che dicono che qualsiasi modifica deve essere “ragionevole“, senza fornire esempi.

Mancanza di tutele e garanzie dei dati

Apple incoraggia i consumatori a utilizzare iCloud per proteggere e fare il backup dei propri dati, ma l’azienda non offre alcun dettaglio delle misure di sicurezza che impiega, né offre alcuna garanzia in merito. Inoltre, i termini escludono specificamente qualsiasi responsabilità per la perdita di dati.

L’autorità ha scoperto che i materiali di marketing dedicati a iCloud descrivono il servizio come una forma sicura di archiviazione e backup, mentre i termini e le condizioni lo contraddicono. Un esempio è che Apple afferma di avere il diritto di eliminare i backup di iCloud se non vengono aggiornati entro un periodo di sei mesi, mentre la maggior parte dei consumatori ne è completamente all’oscuro e pensa che i propri dati siano al sicuro a tempo indeterminato.

Altre esclusioni di responsabilità

Il Garante ha rilevato che il contratto fa uso di esclusioni di responsabilità ad ampio raggio, in modo tale che l’azienda possa tutelarsi da eventuali inadempienze senza risarcire i consumatori. Inoltre, i termini rendono molto incerto quale giurisdizione si applica.

La risposta di Apple

Apple afferma di aver cambiato i termini e condizioni di iCloud solo due volte in cinque anni, una volta esclusivamente per cambiare il nome dell’azienda e l’altra per funzioni minori.

Apple spiega anche che è disponibile un livello iCloud gratuito e che non ci si può aspettare che tale soluzione conservi dati gratuiti a tempo indeterminato, aggiungendo che i limiti di responsabilità stabiliscono espressamente che si applicano solo al massimo consentito dalla legge.

Più in generale, Apple spiega che tali condizioni sono comuni a tutti i servizi cloud e sono progettate semplicemente per attirare l’attenzione dei consumatori sul fatto che nessun servizio cloud è completamente privo di rischi.

Al momento non è chiaro quali saranno le prossime mosse del Garante e se saranno previste sanzioni.

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