I risultati preliminari dell’Apple Women’s Health Study mostrano che il monitoraggio del ciclo mestruale su iPhone e Apple Watch ha il potenziale per rilevare fattori di rischio per gravi condizioni di salute.
Il team che ha condotto i test ha affermato che si tratta di un’area poco studiata e che i dati di 50.000 partecipanti stanno facendo progredire la scienza in questo campo…
In collaborazione con l’Harvard T.H. Chan School of Public Health e il National Institute of Environmental Health Sciences (NIEHS) del NIH, Apple ha creato il primo studio a lungo termine di questa scala incentrato sui cicli mestruali e sulle condizioni ginecologiche. Lo studio informerà lo screening e la valutazione del rischio di condizioni come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), l’infertilità, l’osteoporosi, la gravidanza e la transizione menopausale.
Lo studio utilizza i dati estratti dall’app Cycle Tracking introdotta con watchOS 6 e resi più affidabili con le nuove funzionalità di rilevamento della temperatura nell’Apple Watch Series 8 e Ultra.
Il team ha condiviso i suoi primi primi risultati nel 2021, sulla base di 10.000 partecipanti, affermando che lo studio ha consentito ai ricercatori di comprendere la prevalenza dei sintomi associati alle diverse fasi del ciclo mestruale.
I sintomi più frequentemente rilevati sono stati crampi addominali, gonfiore e stanchezza, tutti vissuti da oltre il 60% delle partecipanti che hanno registrato i sintomi. Più della metà delle partecipanti che hanno registrato i sintomi hanno riportato acne e mal di testa. Alcuni sintomi meno riconosciuti, come la diarrea e i cambiamenti del sonno, sono stati monitorati dal 37% di coloro che hanno registrato i sintomi.
I nuovi risultati preliminari hanno consentito ai ricercatori di identificare l’incidenza di condizioni più gravi che possono essere associate a cicli irregolari.
Il 12% dei partecipanti ha riportato una diagnosi di PCOS. I partecipanti con PCOS avevano più di quattro volte il rischio di iperplasia endometriale (precancro dell’utero) e più di 2,5 volte il rischio di cancro uterino. Il 5,7% dei partecipanti ha riferito che i loro cicli impiegano cinque o più anni per raggiungere la regolarità dopo il primo periodo. I partecipanti a quel gruppo avevano più del doppio del rischio di iperplasia endometriale e più di 3,5 volte il rischio di cancro uterino, rispetto a quelli che hanno riferito che i loro cicli hanno impiegato meno di un anno per raggiungere la regolarità.
La speranza è che i dati evidenzino l’importanza di segnalare irregolarità del ciclo al proprio medico, in modo che possano essere eseguiti test per consentire il rilevamento precoce di queste condizioni.
Lo studio è al momento attivo solo negli Stati Uniti.