Il miglior Q3 di sempre per Apple Watch? Come si muove il mercato

Scopriamo come i principali marchi si dividono le quote di mercato degli smartwatch.

apple watch namedrop

Stando ad un recente report di mercato, l’Apple Watch avrebbe ottenuto un Q3 da record, superando lo stesso trimestre dell’anno precedente del 7%. Una delle ragioni della crescita sarebbe da attribuire all’ultimo Apple Watch SE che, verosimilmente, avrebbe contribuito in maniera significativa alle vendite.

Oltre ad Apple Watch, il report di Counterpoint, condiviso da 9to5Mac, mette in evidenza una nuova tendenza: gli smartwatch di casa Huawei starebbero recuperando mercato mentre le vendite di Samsung nel settore dei modelli premium, ovvero come dispositivi sui quali possono girare app di terze parti (HLOS – High Level Operatin System), sarebbero in calo.

L’Apple Watch avrebbe quindi raggiunto un record assoluto nel terzo trimestre dell’anno, superando l’anno precedente del 7% nello stesso Q3 di riferimento. È interessante notare come le numerose vendite del modello SE di seconda generazione potrebbero aver trainato in modo significativo la crescita di Apple.

Il mercato, nel suo complesso, è cresciuto del 9%, poco più rispetto alla crescita di Apple, e ha ripreso terreno dopo il rallentamento visto dell’inizio dell’anno. Dal report, come abbiamo anticipato, appare anche che Huawei si è ripresa significativamente nel settore degli smartwatch HLOS con una crescita del 122% nel trimestre di riferimento. Buoni anche i dati relativi alla crescita complessiva del brand, su base annua, in aumento del 56%. Samsung, di tutta risposta, avrebbe ottenuto buoni risultati con il Galaxy Watch 6 Classic ma starebbe soffrendo un significativo calo per i prodotti precedenti. I numeri parlano di un calo del 19% delle spedizioni, tuttavia i prodotti rilasciati ad agosto avrebbero registrato cali meno significativi, di circa il 3%.

In buona sostanza, attualmente Apple guiderebbe il mercato degli smartwatch con un solido 45% mentre Samsung e Huawei si contenderebbero tra il 14% e il 18% della quota di mercato. Tutti gli altri produttori, invece, si spartirebbero il restante 23% di market share.

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