Dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, anche Tim Cook, CEO di Apple, ha voluto unirsi al coro di congratulazioni provenienti dai principali leader del settore tecnologico. In un messaggio sui social, Cook ha espresso la propria volontà di collaborare con la nuova amministrazione per promuovere l’innovazione e la creatività negli USA.
Congratulazioni, Presidente Trump, per la vittoria! Non vediamo l’ora di collaborare con lei e con la sua amministrazione per assicurare che gli Stati Uniti continuino a guidare e ad essere alimentati da ingegno, innovazione e creatività.
Cook non è stato il solo a congratularsi pubblicamente con Trump. Tra i nomi di spicco che hanno espresso sostegno al nuovo presidente troviamo Mark Zuckerberg di Meta, Sundar Pichai di Google, Jeff Bezos, Satya Nadella di Microsoft, Sam Altman di OpenAI ed Elon Musk. Questa dimostrazione di supporto dalla Silicon Valley arriva in un momento cruciale per il settore tecnologico, che si trova ad affrontare sfide su scala globale, dalle normative internazionali ai rapporti con l’Unione Europea.
Non è la prima volta che Cook mostra un atteggiamento aperto al dialogo con Trump. Anche in passato, il CEO di Apple ha scelto di confrontarsi direttamente con la leadership politica, sottolineando più volte quanto ritenga importante essere “parte della conversazione” piuttosto che “restare a guardare”. Già nel 2016, Cook aveva dichiarato: “Non si cambia nulla solo gridando, si cambia mostrando a tutti perché il proprio approccio è il migliore.”
Di recente, Trump aveva rivelato che Cook lo aveva contattato per discutere delle difficoltà che Apple sta affrontando con l’Unione Europea, a causa delle multe miliardarie imposte per presunte pratiche anticoncorrenziali. Trump ha raccontato di aver risposto: “Prima devo vincere le elezioni, ma non permetterò che approfittino delle nostre aziende.”
Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, la Silicon Valley e il settore tecnologico americano potrebbero vedere sviluppi interessanti, soprattutto nelle relazioni tra il governo e le principali aziende di tecnologia.