Ormai sapete tutti che l’applicazione AppGratis è stata tolta dall’App Store per volontà di Apple, così come spiegato in questo articolo. Dopo la spiegazione resa nota da Apple, abbiamo contattato gli sviluppatori di AppGratis per conoscere anche il loro punto di vista, e ci è stata inviata la risposta ufficiale del CEO dell’azienda Simon Dawlat.
Prima di leggere la risposta di Dawlat, ricordiamo che secondo Apple, l’applicazione AppGratis veniva utilizzata come strumento di marketing per aumentare la visibilità di giochi e applicazioni prodotte dai clienti di AppGratis, e ciò in violazione delle linee guida di App Store, in particolare della clausola ormai famigerata contrassegnata con il numero “2.25” . Questa clausola relativamente recente vieta agli sviluppatori di rilasciare applicazioni che visualizzano app diverse dalla propria e che servono per promuovere l’ acquisto di altre in maniera simile a quella utilizzata dalla stessa Apple. Apple ha anche confermato a AllThingsD che AppGratis app violava anche la clausola 5.6 delle sue linee di sviluppo che non permette agli sviluppatori di utilizzare notifiche push per inviare pubblicità, promozioni, o vendita diretta di alcun tipo. Ancora una volta, però, PocketGamer.biz sostiene che sono molte altre le applicazioni che violano tale clausola. Rimane il dubbio sul perchè altre applicazioni simili siano ancora disponibili sullo store.
In ogni caso, condividiamo con voi le parole di Simon Dawlat, CEO di AppGratis:
Ho fondato AppGratis nel 2008 e da allora non ha mai smesso di funzionare.
Oggi, per la prima volta, la mia azienda sta attraversando un momento estremamente difficile.
Poche ore prima di iniziare a scrivere questo messaggio, ero atterrato a San Paolo, per una visita ai nostri uffici
brasiliani. Ho acceso l’iPhone dopo un volo di 12 ore da Parigi, trovando la notifica di 75 chiamate perse e un flusso pressoché infinito di messaggi non letti.Sono quasi svenuto.
Queste cose accadono soltanto quando un parente muore, o quando un amico viene coinvolto in un terribile incidente. Ho subito pensato che qualcuno della mia famiglia fosse venuto a mancare mentre ero in volo e non sono riuscito a toccare il telefono per qualche minuto. Ero terrorizzato. Paralizzato. Cercavo di immaginare di quale terribile notizia potrebbe trattarsi.
Ma ora, Apple ha rilasciato un comunicato ufficiale, pubblicato dal Wall Street Journal. Così, come potete immaginare, i miei amici e parenti sono tutti in ottima salute. Sono soltanto preoccupati per me.
Ebbene, Venerdì 5 Aprile è stato il giorno in cui Apple ha deciso di rimuovere AppGratis dall’App Store, lasciando i nostri 12 milioni di utenti iOS a chiedersi dove fosse finita una delle loro applicazioni preferite, i miei 45 dipendenti a domandarsi se avrebbero ancora avuto un lavoro il giorno dopo, i miei partner e gli investitori in stato di shock e, da ultimo, me con una situazione assolutamente incredibile da affrontare, a migliaia di chilometri di distanza dalla nostra sede.
Prima di tutto vorrei rassicurare i nostri utenti, i nostri clienti, i nostri investitori e i nostri amici: anche se le nostre applicazioni iOS sono momentaneamente indisponibili, il nostro servizio di raccomandazione di app, AppGratis, è attivo e funzionante. Perciò, se fai parte dei 12 milioni di persone fortunate che hanno scaricato la nostra app prima di Venerdì scorso, sappi che AppGratis continuerà ad aggiornarti sulle nuove app gratis e su sconti da non perdere. Così faranno anche il nostro sito web e la nostra newsletter quotidiana.
Le nostre applicazioni iOS saranno state anche indisponibili per diversi giorni, eppure diversi milioni di app sono già stato scaricate gratuitamente tramite AppGratis a partire dallo scorso Venerdì. Quindi, per ora, tutto è come sempre nel mondo di AppGratis.
In secondo luogo, vorrei chiarire qualche punto:
Ho letto decine di commenti e di interventi da parte dei media, con affermazioni catastrofiche, annunciando dei
sonanti “RIP AppGratis”…Vorrei dire a questi signori che le notizie sulla nostra morte sono di gran lunga esagerate.
Inoltre, alcune persone (per lo più nostri concorrenti…) hanno selvaggiamente speculato sull’utilizzo di tattiche illegali con le quali avremmo cercato di assicurarci più del 5% delle quote di mercato sul mercato americano. Nei panni del CEO di una società di 45 persone, tutte assunte da me e per le quali nutro profondo rispetto e che ho a cuore, è piuttosto ovvio che non avrei mai infranto le regole di Apple in una maniera così sciocca, mettendo a rischio i loro posti di lavoro e, insieme, il destino di una società che ho faticosamente costruito in quattro anni.
Parte 1. Che cos’è successo con le nostre applicazioni.
Nell’autunno del 2011, abbiamo commesso un errore piuttosto importante sul nostro prodotto. Avevamo deciso di utilizzare un’app specifica per ogni Paese in cui volevamo lanciare in AppGratis, sviluppando una versione localizzata di AppGratis che ci avrebbe permesso di essere disponibili all’estero in tempi rapidi. Ben presto però non soltanto ci siamo ritrovati con più di venti app sull’App Store (un incubo per il nostro team di informatici), ma ci siamo anche scontrati con l’artico 2.20 delle Linee Guida di Apple, in virtù del quale: Developers “spamming” the App Store with many versions of similar Apps will be removed from the iOS Developer Program.
Ci siamo dunque imbattuti contro il primo muro, nella forma di un aggiornamento respinto nell’Ottobre del 2012, sulla base dell’articolo 2.20.
Ma, fatto più sorprendente, anche per un nuovo articolo, il 2.25, secondo il quale: Apps that display Apps other than your own for purchase or promotion in a manner similar to or confusing with the App Store will be rejected.
E – gulp – anche per l’articolo 2.12, in virtù del quale: Apps that are not very useful, unique, are simply web sites bundled as Apps, or do not provide any lasting entertainment value may be rejected.
Tenendo conto della folle mole di lavoro e della passione che investiamo su AppGratis, e considerato come sia richiesta e apprezzata dai nostri utenti – senza parlare del fatto che AppGratis riempie un vuoto importante nel mondo incerto della scoperta di app -, questa è stata di gran lunga la scelta più difficile da capire. E, per essere onesti, anche la più preoccupante, dal momento che lascia spazio a ogni forma di interpretazione soggettiva.
Per fortuna, a questo punto, siamo stati contattati dal membro di Apple che si occupa di solito delle nostre revisioni, C. [permettetemi di non precisare i nomi, per ragioni di privacy]. Posso dire in tutta onestà che C. è stata un’aiutante preziosa, capace di investire un tempo infinito in un lunghe conversazioni, disponibile in qualsiasi momento, attenta ascoltatrice dei nostri argomenti, capace di guidarci nella creazione di tutti i cambiamenti necessari perché ppGratis tornasse sull’App Store. C. è stato poi affiancata da un altro membro della squadra di revisione di app
altrettanto prezioso, K. Una conversazione, in realtà piuttosto lunga, ha portato ai vari esiti:A proposito dell’articolo 2.25: siamo stati in grado di dimostrare con forza che AppGratis non aveva niente a che vedere con l’App Store. L’App Store è un catalogo che ospita 1 milione di app. AppGratis è un media che recensisce un’app al giorno come fanno migliaia di altri siti, blog e applicazioni su questo pianeta. Si tratta di una meccanica abissalmente diversa. Abbiamo ricevuto un OK su questo punto.
A proposito dell’articolo 2.12: come abbiamo detto in un altro post del blog, AppGratis si basa su un’interfaccia semplice. Ma, alla base, è un prodotto estremamente solido. Siamo stati in grado di provare a C. e K. la profondità, la complessità e l’utilità del nostro prodotto dal punto di vista tecnico, e anche l’importanza delle nostre raccomandazioni editoriali per gli utilizzatori. Abbiamo ricevuto un OK anche su questo punto.
Per quanto riguarda l’articolo 2.20: abbiamo concordato sulla necessità di preparare un importante aggiornamento della nostra applicazione che unificasse tutte le nostre applicazioni esistenti in una sola. In realtà, presentendo questa necessità, avevamo già ideato un prodotto, che era all’epoca in versione beta. Abbiamo quindi deviato tutti gli sforzi dei nostri ingegneri per terminarlo al più presto e siamo riusciti ad inviarlo ai server di Apple in tempi record. Tutti insieme abbiamo compiuto uno sforzo immenso, lavorando insieme, tutti e 45, per rendere di nuovo la ricerca di applicazioni un’operazione semplice.
Apple ha approvato la versione v3 di AppGratis per iPhone nel Novembre del 2012 e, poco dopo, abbiamo ottenuto un finanziamento di 13,5 milioni di dollari da parte di i nuovi investitori: Iris Capital, sponsorizzata da Orange e Publicis, con altri importanti attori finanziari. E siamo tornati al lavoro, pensando che il 2013 sarebbe stato un anno entusiasmante.
Da allora, non soltanto Apple ha approvato la versione v3 per iPhone, ma ha approvato anche la nostra versione per iPad meno di una settimana fa.
Sì, avete letto bene. Una. Settimana. Fa.
Questa notizia ci era giunta come la giusta conferma dello straordinario valore aggiunto apportato dal nostro prodotto all’intero ecosistema dell’App Store, qualcosa di cui eravamo intimamente convinti sin dall’inizio e che avevamo avuto l’opportunità di discutere con Apple, con esiti positivi.
Eravamo pronti a lanciare e ad annunciare la nostra versione iPad. Tutto era pronto. Le newsletter sul punto di essere inviate. Gli articoli unici, creati per più di 30 mercati, pronti a partire. L’applicazione era stata approvata. Ero su un aereo per il Brasile… e…
E poi Venerdì scorso, pochi giorni dopo l’approvazione da parte di Apple della nostra ultima versione per iPad, un nuovo membro del team di Apple, R., con cui nessuno nella mia squadra era mai stato in contatto prima, è spuntato quasi di punto in bianco e, dopo aver provato a chiamarmi 3 volte, non riuscendo a parlarmi (perché ero in aereo), ha deciso di rimuovere le nostre app dall’App Store, sulla base dell’articolo 2,25 e anche – re-gulp! – dell’articolo 5.6, secondo il quale: 5.6 Apps cannot use Push Notifications to send advertising, promotions, or direct marketing of any kind.
Ancora un’altra sorpresa per noi, dal momento che inviamo una sola notifica al giorno ai nostri utilizzatori, nella forma generica di un messaggio approvato dagli utilizzatori, che cita semplicemente che “L’offerta del giorno è disponibile” – e che è esattamente quello che Apple consiglia agli sviluppatori di utilizzare -.
Parte 2. Che cosa è successo dalla parte di Apple.
All’inizio, ho pensato che ci fossimo imbattuti in un incidente di comunicazione interno e non che fossimo le vittime di un presunto “divieto di app di terzi”. Abbiamo controllato le app dei nostri concorrenti e tutte erano disponibili sullo Store. Tutto sembrava a posto da mesi con Apple, per questo ci sembrava altamente improbabile che una società simile cambiasse idea dall’oggi al domani, in un maniera del tutto volubile.
Lunedì scorso, R. mi ha telefonato e fondamentalmente non ha fatto altro che ripetermi che la nostra app era stata espulsa in virtù degli articoli 2.25 e 5.6.
Gli ho chiesto come fosse possibile che il suo team cambiasse idea così repentinamente, più o meno staccando la spina a una società di 45 persone. Sembrava piuttosto distaccato in merito alla gravità della situazione e non era in grado di farmi sapere su quali basi precisamente fosse stata presa questa decisione.
Pochi secondi dopo aver aver riattaccato, il Wall Street Journal ha pubblicato una breve dichiarazione rilasciata da Apple, confermando che AppGratis era stato rimossa dallo Store per aver violato le linee guida 2,25 e 5.6.
Per noi, ovviamente, è stato un duro colpo.
E proprio mentre sto per premere il pulsante ‘Pubblica’ su questa storia, sono ancora sconvolto. Ma la nostra missione è tutt’altro che conlusa.
Parte 3. La nostra missione è tutt’altro che conclusa
Prima di tutto, siamo ancora responsabili dell’applicazione quotidiana per oltre 12 milioni di utenti iOS nel mondo. A queste persone, che hanno ancora AppGratis sul proprio iPhone o iPad, dobbiamo ogni giorno una nuova applicazione offerta gratuitamente.
Inoltre, dato che l’app non è momentaneamente disponibile, le iscrizione alla newsletter sono alle stelle. D’altra parte, AppGratis è nata così. Con una newsletter inviata ogni mattina a un gruppo di amici. È in questa forma che siamo attivi oggi – e con l’app che è ancora operativi per gli utilizzatori che l’avevano scaricata prima di Venerdì -.
E questo è più o meno il punto in cui ci troviamo ora: storditi dal fatto che Apple abbia preso la decisione di distruggere un simile prodotto al seno del suo ecosistema, ma più che mai convinti che stiamo agendo bene, e sicuri di svolgere un’importante missione nel frammentato mondo della scoperta di app.
Infine, per i più coraggiosi che hanno letto tutto, alcuni elementi di azioni:
1. Se qualcuno che lavora ad Apple dovesse leggere questo messaggio e volesse discutere la questione in maniera più approfondita, sarò felice di fare un salto in qualsiasi momento a Cupertino per dimostrarvi che stiamo svolgendo una bella missione.
2. Per la mia squadra, infine: KEEP PUSHING. State facendo un lavoro assolutamente incredibile. E so che in questo momento alcuni di voi sono tristi e spaventati. Lo sono anch’io. Ma anche in tempi bui, ogni problema ha la sua soluzione. E anche in questo caso… ne troveremo una.
Altri annunci arriveranno presto.
Il nostro auspicio è che la situazione possa risolversi quanto prima, soprattutto per fare in modo che una realtà importante come AppGratis continui a poter fare il suo lavoro senza essere ostacolata in modo improvviso.