Come vi abbiamo riportato l’altra sera, i risultati del secondo trimestre di quest’anno hanno visto Apple portare a casa dei risultati molto positivi, benissimo le vendite di iPhone anche nei nuovi mercati, grande successo di AppStore, ma l’era post-PC teorizzata da Steve Jobs, almeno nei numeri, sembra tardare ad arrivare.
Analisi degli investitori confermate, anzi, ritoccate leggermente in positivo. Apple torna a macinare utili, ritornano a salire in maniera decisa i margini netti insieme ai profitti (che negli ultimi mesi avevano subito una leggere flessione, nonostante i soliti numeri di assoluto rilievo).
Gli iPhone, da soli, hanno generato l’incredibile cifra di 19.7 miliardi di dollari, in un trimestre storicamente non favorevole visto che l’uscita del nuovo modello è ormai alle porte. Benissimo le vendite in Cina, che registrano una notevole impennata, molte fonti, dopo averci parlato per mesi di flop di iPhone 5c riportano invece che potrebbe essere stato proprio il “piccolo” di casa Apple ad aver trascinato le vendite.
L’AppStore, come vi abbiamo riportato la scorsa settimana, continua ad essere lo store di riferimento indiscusso del mercato mobile con un tasso di crescita veramente incredibile. Pensate, sono ben 4,5 miliardi di dollari che Apple fattura tra vendita di app e servizi. Apple ha pagato fino ad ora la stratosferica cifra di 20 miliardi di dollari agli sviluppatori, ma la cifra che impressiona è un’altra: ben 10 di questi, infatti, sono stati pagati nell’ultimo anno!
Mentre quindi gli iPhone volano ed i servizi ad esso connessi pure, c’è una nota perfettamente stonata nell’universo di questa cavalcata trionfale (quantomeno nel fatturato): gli iPad.
Le vendite del tablet di casa Apple arrancano, sono tornate ai livelli di Marzo 2012, attenzione, non è un flop, gli iPad da soli producono ricavi per 5,9 miliardi di dollari, la lineup è di assoluto livello, con iPad Air e iPad mini che sono stati apprezzati molto e, al contrario di quanto avviene per iPhone dove la concorrenza è spietata, iPad è ancora per molti il punto di riferimento in ambito tablet.
Ma il problema è proprio questo: l’iPad è stato un prodotto realizzato sin da subito troppo bene e la filosofia di Steve Jobs, nel realizzare il prodotto migliore possibile, ha dimostrato la sua forza e i suoi “limiti”.
Il problema è questo: il tasso di ricambio e di aggiornamento dei tablet è già molto minore di quello degli smartphone (come confermato da Cook ma similari conclusioni sono state fatte anche da Samsung). In più, onestamente, i tablet dall’iPad 3 in poi sono tutti device “potenti”, aggiornati, che fanno senza problemi il loro compito. E la filosofia di Apple, una delle eredità più grandi della filosofia di Jobs, del focalizzare il proprio marketing su quello che un prodotto può fare piuttosto che sulle specifiche tecniche degli stessi contribuisce a creare una difficile necessità (reale o indotta) all’upgrade.
Ma non basta questo. L’era post-PC in cui i tablet avrebbero soppiantato i computer tradizionali è messa in discussione non solo da una flessione delle vendite dei tablet ma dal miracolo Mac.
A fronte di un mercato PC che, effettivamente, è in contrazione ormai da tempo, le vendite dei Mac hanno segnato un +18% da urlo, generando profitti del tutto comparabili con quanto fatto dagli iPad: sono, infatti, ben 5.5 miliardi che Apple ha incassato grazie ai Mac. Il tutto grazie a una lineup che ha visto un ritocco dei prezzi e l’introduzione del rivoluzionario Mac Pro.
Il futuro? Con uno (e forse 2) iPhone alle porte, il possibile iWatch (di cui onestamente, vista la limitata utilità della controparte Android continuo a ritenerne non così imminente l’uscita) i nuovi MacBook Air retina tanto vociferati e i nuovi iPad (lecito attendersi dei ritocchi di prezzo, così come successo per i Mac, per rilanciare le vendite) le cose da quelle parti di Cupertino non dovrebbero essere poi essere messe così male, perlomeno per un’azienda che deve fallire da almeno 3 o 4 anni a questa parte. Frecciatina.