Saurik, l’ideatore di Cydia, ha recentemente preso parte all’evento TED AmericanRiviera, nel quale lo sviluppatore si è soffermato sulle caratteristiche di iOS definendolo un sistema “chiuso” e limitato all’utilizzo di “icone” (applicazioni) che, una volta installate sul dispositivo, possono solo essere aperte o chiuse senza alcun altro tipo di interazione da parte dell’utente.
Allo stesso tempo, Saurik ha evidenziato le diverse opportunità offerte dal jailbreak, sottolineando l’importanza di alcuni tweak che consentono di personalizzare l’iPhone in base alle proprie esigenze. Questo tipo di operazione, afferma lo sviluppatore, è in un certo senso paragonabile al tuning di un’auto sportiva. Contribuisce, infatti, a sfruttare al massimo le potenzialità offerte da un dispositivo avanzato come lo smartphone di Cupertino.
Grazie al jailbreak, infatti, possono essere aggiunte diverse funzioni che vanno a modificare, in alcuni casi radicalmente, l’utilizzo standard dell’iPhone. Basti pensare a WinterBoard, grazie al quale è possibile cambiare tema alla SpringBoard, a Cyntact, che permette di visualizzare le immagini di profilo all’interno dei contatti, a ProSwitcher che consente di “sfogiare” le applicazioni in background in maniera alternativa rispetto a quanto accade con il multitasking nativo di iOS 4, a Gridlock, che permette di posizionare liberamente le icone all’interno della Home, e ancora tanto altro. Le possibilità non si esauriscono certamente qui.
Insomma, ormai lo sappiamo tutti. Il jailbreak offre certamente tantissime valide opportunità (basti pensare anche alla possibilità di videochiamare altri utenti con FaceTime utilizzando la propria connessione 3G) di cui gli utenti non potrebbero assolutamente disporre senza ricorrere a questo tipo di modifica. Sappiamo anche, però, che un uso non propriamente corretto di queste opportunità può portare ad una classificazione negativa dello “sblocco” dell’iPhone etichettando, come spesso accade, la parola “Jailbreak” come sinonimo di “Pirateria”.