Ultimate Mortal Kombat 3: la recensione di iPhoneItalia

Electronic Arts ha finalmente portato in App Store, Ultimate Mortal Kombat 3, un capitolo della saga sviluppata originariamente da Midway Games nel 1992 e che portò una ventata di aria fresca nel panorama beat ‘em up, fino ad allora dominato incontrastatamente da Street Fighters. Le novità apportate da Mortal Kombat furono la grafica ottenuta dalla digitalizzazione di attori veri e l’introduzione delle violentissime Fatality, immancabili anche nella versione iPhone.

Cominciamo a dire sin da subito che Ultimate Mortal Kombat 3 non è un titolo originale sviluppato per iPhone, bensì una riedizione di un titolo del 1996 sviluppato per Super Nintendo, Sega Mega Drive e Sega Saturn e presentato recentemente anche per Xbox 360 tramite Xbox Live.

Lasciamo stare comunque dati storici e quant’altro e veniamo al dunque parlando del gioco vero e proprio; in Ultimate Mortal Kombat 3 avremo a disposizione 4 modalità di gioco:

  • Arcade: classica modalità in cui dovremo affrontare tutti i lottatori uno dopo l’altro in quattro livelli di difficoltà;
  • Multigiocatore: per scontrarci con i nostri amici via Bluetooth o Wi-Fi se connessi alla stessa rete locale;
  • Sopravvivenza: dovremo sconfiggere vari personaggi senza veder ricaricare l’energia tra un round e l’altro;
  • Shao Karnage: dovremo cercare di far più danni possibili in 99 secondi al boss finale del gioco, per accumulare punti e scalare le classifiche.

I personaggi presenti nel gioco saranno 13, forse un po’ pochi se paragoniamo alle versioni per console uscite negli ultimi anni e comunque un numero inferiore alla versione originale del ’96 (a mio parere anche scelti male, ma forse perché sono affezionato a personaggi storici della saga, come Shang Tsung, Reptile o Johnny Cage per non parlare dei cyborg introdotti proprio in Mortal Kombat 3 ma nemmeno mensionati in questa versione iPhone), 9 saranno disponibili da subito, 2 si sbloccheranno facilmente andando avanti nel gioco e 2 boss finali (di cui non so dire se saranno giocabili o meno):

  • Sub-Zero: ninja gran maestro del clan dei Lin-Kuei, capace di congelare, considerato un traditore dai suoi compagni per non essersi sottoposto alla automatizzazione, è costretto a scappare dai ninja trasformati in cyborg.
  • Scorpion: non morto errante del clan Shinrai Ryu, acerrimo nemico di Sub-Zero da questo ucciso antecedentemente al primo Mortal Kombat.
  • Kitana: figlia adottiva dell’imperatore Shao Kahn, legittima erede al trono, accusata di tradimento dalla Corte Suprema dell’Outworld;
  • Nightwolf: un guerriero nativo americano, che viene a conoscenza dell’invasione della Terra da parte di Shao Kahn, grazie ai suoi poteri magici da sciamano, ha protetto la sua gente prima di affiancare i guerrieri della Terra nella lotta contro l’Imperatore e i suoi scagnozzi.
  • Jax Briggs: Maggiore Jackson “Jax” Briggs, insieme a Sonya tenterà in ogni modo di avvertire le Forze Armate Americane di un’eventuale invasione da parte di Shao Kahn ma saranno presi per pazzi.
  • Sonya Blade: luogotenente Sonya Blade è un membro dell’Unità Forze Speciali USA, iniseme a Jax dovrà assistere impotente all’inizio dell’invasione della terra.
  • Sheeva: guerrira Shokan, ex guardia del corpo della regina Sindel, si ribella a Shao Kahn quando questi nomina Motaro, un centauro, capo delle squadre di sterminio.
  • Liu Kang: Campione degli Shaolin, ha già sventato i piani dell’Imperatore in passato, è il bersaglio principale delle squadre sterminatrici di Kahn.
  • Kurtis Stryker: ex capo di una brigata antisommossa, unico sopravvissuto di una città una volta popolata da milioni di persone, decide di unirsi ai rappresentanti della Terra per sconfiggere Kahn.
  • Ermac: un ninja di colore rosso creato con un atto di stregoneria da Shang Tsung raccogliendo in un solo corpo le anime di molti guerrieri caduti, al servizio di Shao Kahn viene inviato assieme alle squadre sterminatrici sulla Terra.
  • Jade: migliore amica di Kitana, viene inviata da Kahn per riportare indietro viva la figliastra; ossessionata dalla scelta di fedeltà impostale tra l’amica ed il suo Imperatore.
  • Motaro:  Cantauro, ha il corpo di un cavallo e il busto umano, un paio di corna da ariete e una lunga coda metallica che usa come canale energetico; come tutta la sua razza, prova un odio profondo per la razza Shokan, che reputa inferiore.
  • Shao Kahn: era al servizio del Dragon King Onaga, l’imperatore dell’Outworld, che fece il più grande impero che nessuno avesse mai realizzato, ma prima che il sogno d’immortalità di Onaga potesse essere realizzato, Shao Kahn lo avvelenò e prese il suo posto nell’Outworld.

Per quanto riguarda la grafica, i personaggi sono realizzati in 3D mentre i 10 sprites sono realizzati a più livelli come nei classici Mortal Kombat, avrete ad esempio la possibilità, con un montante, di far schizzare al piano superiore il vostro avversario sfondando il soffitto; la realizzazione complessiva appare discreta ma si vede che ci troviamo difronte ad un porting e nonostante i netti miglioramenti rispetto alla versione originale ci si aspettava di meglio, soprattutto se consideriamo le ultime realizzazioni di giochi a cui ci ha abituato l’App Store con l’avvento del Retina Display.

Il gameplay è frenetico, cosa che caratterizza tutti gli episodi della serie, ma il joystick virtuale non sempre risponde in maniera precisa ai comandi; gli appassionati della serie avrebbero di certo preferito un D-pad, dato che a differenza di Street Fighter non dovremo eseguire delle mezze lune per eseguire le mosse speciali ma delle combinazioni del tipo “indietro, indietro e pugno”; i comandi sono appunto il tasto un po’ più dolente di questo Mortal Kombat per iPhone: tralasciando la “vergognosa” configurazione di default a 5 tasti in cui basta premere il tasto “S” per eseguire una mossa speciale, nemmeno l’opzione avanzata a 6 ( 2 calci, 2 pugni, corsa e parata) con la possibilità di spostare a piacimento i tasti rende confortante l’esperienza di gioco, troppi tasti (non tutti utili, non ho mai utilizzato il tasto corsa in nessuno degli episodi giocati), troppe imprecisioni del joystick, troppo poco spazio sul display per far entrar tutto.

Il livello di difficoltà, in compenso, è abbastanza elevata già dalle modalità base aumentando di poco la longevità del titolo; come tutti i Mortal Kombat, a mio parere, soffre di sbilanciamento nella forza dei personaggi: i due mostri finali sono quasi imbattibili (difficile capire cosa stia succedendo contro Motaro o riuscire a batterlo senza il classico trucchetto “salto indietro, salto indietro, calcio volante” che ci portiamo dietro dal mitico Goro) ed alcuni personaggi tipo Sub-Zero, permettono mosse a loop infinito che rendono la vittoria quasi scontata (congeli, uppercut, ricongeli mentre l’avversario si alza, “non funziona su Motaro”).

Se infiliamo le cuffie nelle orecchie le ambientazioni tetre, la musica ed il sangue che schizza ci caleranno perfettamente nelle mondo violento e senza pietà di Mortal Kombat, anche se gli effetti sonori dei singoli personaggi sono un po’ pochi ed a volte irritanti. A risollevare un po’ le sorti del titolo ci sono le classiche mosse finali che hanno fatto grande l’intera serie (anche se con questi controlli non sono facilissime da eseguire, ma lo sono mai state?), a differenza di tutti gli altri picchiaduro ci troviamo davanti ad uno scontro “mortale”, una volta battuto il nostro avversario saremo incitati a “finirlo” come meglio ci aggrada, e stavolta gli sviluppatori non ci hanno fatto mancare proprio nulla:

  • Fatality (due per personaggio): mosse finali, violentissime che decretano la morte del perdente, epica fu quella associata a Sub-Zero nel primo episodio della serie (purtroppo non disponibile in UMK 3) con un montante, il ninja stacca la testa all’avversario e la solleva come un trofeo; il particolare più macabro è il fatto che la spina dorsale rimaneva ciondolante e sanguinante attaccata alla testa, una delizia!!
  • Animality: mosse finali simili alle Fatality in cui il personaggio si trasforma in un animale e uccide l’avversario in modo cruento
  • Babality: l’avversario si trasforma in neonato
  • Amicizia (Friendship): il personaggio si esibisce in un comportamento assurdo, per lo più regalando oggetti strani allo sconfitto (teschi, foto autografate, ecc.).
  • Fatality Livello (Stage Fatality): lo scenario aiuta ad uccidere il perdente in modo spettacolare, potrete ad esempio buttare l’avversario da un ponte e vederlo infilzare da degli spuntoni.
  • Pietà (Mercy): mosse finali con cui è possibile far tornare a combattere un avversario sconfitto che attende di essere ucciso.

Tirando le somme,  Ultimate Mortal Kombat 3 resta un gioco appena sufficiente, considerando anche il prezzo di lancio non proprio basso, ma che i nostalgici o appassionati come me faranno fatica a non acquistare; il mio consiglio è quello di aspettare che cali il prezzo per poter gustare anche su iPhone questo capitolo di uno dei giochi che ha segnato la storia dei picchiaduro, augurandoci che presto venga prodotto un titolo appositamente per la piattaforma Apple che si avvicini maggiormente( per giocabilità e realizzazione) alle versioni realizzate per PSP e non a quelle di console con ormai 20 anni di vita alle spalle.

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