“Ma la gente gioca ancora a quei giochi?!” Ecco cosa mi sono sentita dire quando ho mostrato ad un amico League of Evil. Mi era chiaro cosa intendeva, con “quei giochi”: giochi con questa grafica, platform di questo tipo, giochi nuovi che sembrano emulare il retro gaming. League of Evil a prima vista è tutto questo, ma non solo. Basta fare una partita per capire che è qualcosa di molto di più.
Lo ammetto, quello che mi ha attirato di questo gioco è stata la grafica: League of Evil ha uno stile che definire retrò è ancora poco. Pixel art allo stato puro, e di quella senza fronzoli, senza nessuna concessione al modernismo. I livelli sono costruiti con pochi semplici elementi ripetuti. Le animazioni sono l’unica cosa che fa intuire non si tratti di un “vero” retro-game, fluidissime e veloci. I mondi presentano una manciata di ambientazioni diverse, pochi nemici, alcuni ostacoli. Giocare League of Evil per la sua grafica è un’esperienza che non definirei deludente, ma che non può nemmeno entusiasmare più di tanto.
E non fate nemmeno troppo affidamento sulla storia: League of Evil non prende in giro nessuno, e l’introduzione di qualche schermata che spiega l’antefatto serve solo a indicarvi cosa fare nel gioco e dare uno stile unitario al tutto: gli scienziati pazzi di tutto il mondo si sono associati per creare armi di distruzione di massa. Voi dovete fermarli. Chi siate “voi” non è spiegato da nessuna parte, ma si tratta di un omino che pare un cyborg, con un occhio rosso e un braccio grigio (forse meccanico). L’omino è composto da una manciata di pixel e rimane senza volto e senza nome. Ma la sua personalità viene fuori, eccome: basta vedere come si muove.
Nato da un analogo gioco (gratuito) in Flash, League of Evil ha qualcosa di davvero unico, che pochissimi platform possono vantare, soprattutto su iPhone: questo gioco è un’autentica poesia di giocabilità. I controlli sono un sogno: semplicissimi, immediati, garantiscono un controllo totale sul personaggio, a cui si riescono a far fare cose impensate. Due tasti direzionali (sinistra e destra), uno per saltare, uno per colpire: al gioco non serve altro. Dopo il primo stringatissimo tutorial, il nostro cyborg salta, si arrampica, corre, e dopo una manciata di livelli lo si guida come farebbe un pilota di Formula1 navigato. E’ la prima volta che posso dirlo senza mentire: non si sente la mancanza di tasti reali, e personalmente ho trovato il gioco più gestibile con il touch screen che non con la tastiera del computer!
Anche il gameplay è qualcosa che rasenta la perfezione: microlivelli, da concludersi in una manciata di secondi, dove lo scienziato pazzo di turno si trova nascosto dietro a percorsi irti di trappole, spunzoni e guardie ninja con doppie spade laser. Fatto a fette lo scienziato, il livello si conclude. Perfetti per partite veloci, da pochi secondi, presentano un punteggio, da una a tre stelle, per la velocità in cui si concludono. Inoltre all’interno di ogni livello è presenta una meta “alternativa” allo scienziato, una valigetta, solitamente posta in angolini davvero complicati da raggiungere. Ogni 15 livelli si passa ad un nuovo “mondo”, vale a dire ad un nuovo stile grafico, ma in realtà cambia ben poco. La difficoltà aumenta in maniera graduale e in breve tempo vi troverete a fare cose che non avreste mai ritenuto possibile 10 livelli prima, volteggiando in maniera acrobatica tra botole, spunzoni e lame rotanti.
La presenza di due obbiettivi diversi incentiva a rigiocare diverse volte il medesimo livello, perchè difficilmente si potrà ottenere la valigetta e il massimo punteggio di velocità nella stessa partita, ma la longevità resta il neo principale del gioco: League of Evil è bello, bellissimo, ma finisce subito! In un’ora rischiate di essere già arrivati in fondo, e anche se ottenere tutte le stelle e tutte le valigette richiede un po’ di “esercizio” in più, il gioco non può certo durare molto di più. Lo sviluppatore però promette ampliamenti del gioco, ed è quindi lecito sperare nel futuro.
Infine una menzione speciale va alle musiche, rigorosamente retro anche loro, ma davvero bellissime (la seconda, quella nel paesaggio orientale, la vorrei nell’ipod da sentire tutto il giorno!).
League of Evil è un gioco che merita davvero di essere provato. Il paragone principale va a Super Meat Boy, per lo stile e per la giocabilità, ma League of Evil ha tutte le carte in regola per stare in piedi sulle sue gambe, senza paragoni. I livelli sono difficili, ma sono calibrati in maniera perfetta, e sono sempre risolvibili. E il senso di orgoglio e di stupore che si ha quando si arriva in fondo è qualcosa che merita la spesa e la fatica. Il gioco è fatto talmente bene da ridurre davvero al minimo la frustrazione e anche quando ci si ritrova bloccati si ha comunque sempre voglia di riprovare.
Si, la gente gioca ancora a quei giochi: la gente non hai mai spesso di giocarci. Perchè la gente, il popolo incasinato e un po’ fuori di testa dei veri gamer, vuole giocare a giochi DIVERTENTI. League of Evil non ha pretese e non fa promesse, se non questa: divertire, in maniera semplice, senza mai creare stress o ansie, tenendo costantemente in tensione ma lasciando in bocca il sapore della vittoria, e di una vittoria non scontata.
League of Evil è disponibile su App store ad un prezzo introduttivo di 0,79 €, ma se non sono riuscita a farveli spendere a scatola chiusa, potete sempre provare le versione lite, gratuita!