Locationgate: la corte non gradisce neanche le dichiarazioni di Big G e Big M

L’udienza presso il congresso degli Stai Uniti non ha sortito di certo gli effetti sperati dai tre colossi dell’informatica, e la FTC ha fatto intendere che aprirà un’inchiesta sulle politiche di Apple in merito al presunto tracciamento degli utenti.

Oltre alle dichiarazioni di Apple in merito al Locationgate, anche i colossi di Redmond e Mountain View hanno dovuto riferire al congresso degli Stati Uniti su questa spinosa questione, come riportato da Punto Informatico.

Big M, nel suo lungo intervento, ha chiarito che Microsoft: “raccogliere una limitata quantità di dati necessaria a determinare la posizione approssimativa del device e solo col consenso esplicito dell’utente”, al fine di fornire servizi di localizzazione richiesti dagli utenti e sempre piùutilizzati nei dispositivi mobili, ma senza alcuna intenzione di tracciare gli spostamenti degli utenti stessi.

L’intervento di Big G invece è stato decisamente meno diplomatico: Google infatti ha difeso l’importanza dell’utilizzo dei dati di geo localizzazione, raccolti in ogni caso in forma anonimacancellati dopo qualche settimana, per migliorare i servizi che offre ai suoi utenti, compreso l’aiuto offerto a determinati paesi in situazioni critiche o per il ritrovamento di persone scomparse.

Ma questi interventi, uniti a quello di Guy Tribble in rappresentanza di Apple, non sono stati molto apprezzati dal congresso degli Stati Uniti: la FTC, rappresentata da Jessica Ritch, ha fatto capire che verrà aperta un’inchiesta nei confronti di Apple, nonostante il vice procuratore abbia difeso in parte gli interventi dei tre colossi dell’informatica, sottolineando l’utilità dei dati in questione durante le indagini.

La commissione sembra voler fare sul serio, e andare fino in fondo a questa spinosa faccenda, che sta minando non poco l’immagine di Google e Microsoft, ma soprattutto quella dell’azienda della mela morsicata.

Come reagiranno i tre colossi?

 

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