Wild Frontier: la nuova frontiera dei GDR – la recensione di iPhoneItalia

L’App Store è un fiorire di giochi di ruolo, e non sempre di buona qualità… anzi. Le conversioni da due soldi di mediocri giochi sviluppati su qualche cellulare obsoleto si sprecano e gli appassionati faticano a mettere i denti su qualcosa che non sia il porting di titoli anni ’90, sempre pregevoli ma non esattamente originali. Per questo imbattermi in Wild Frontier è stata una vera sorpresa: questo action-rpg non è proprio una rivoluzione ma si tratta pur sempre di un titolo gradevole e vario, fatto di tanto grinding (come è ovvio) ma anche di qualche interessante meccanica di gioco e di una storiella leggera, che però prova ad uscire dagli schemi.

In realtà le innovazioni all’interno di questo genere sono tutte molto relative, è inutile negarlo. Partiamo dalla storia: il nostro eroe è un perfetto scimunito, ceh naufraga su’isola con la sua bellissima e tostissima fidanzata. Sembra la premessa di un film porno? No, avete capito male! Innanzitutto, come faccia un simile deficiente ad avere un tipa formosa, in gamba e tanto decisa non si sa, ma il fatto è che lei è un avventuriera, e lui un nullafacente. E non ci vuole un genio per capire che sull’isola in questione lei si trova molto bene e lui no, per nulla.

Quindi lei (che si chiama Lamia e ha splendidi capelli blu) lo pianta in asso e se ne va. E lui attraversa prima una fase di disperazione (“Lei è crudele, lei mi odia, povero me tapino!”), poi una fase di revanchismo (“Costi quel che costi, la riconquisterò!”) e infine una fase di menefreghismo (“Se ne vada, io mi diverto pure da solo!”). Siccome si tratta di gioco di ruolo d’azione e non di una commedia sentimentale, il giocatore ha poco a che fare con questi screzi tra innamorati e si limita, nella maggior parte dei casi, ad aiutare il povero amante abbandonato a sopravvivere.

L’isola in cui è ambientato Wild Frontier non è affatto deserta, ma abitata da un popolo di pigmei con penne in testa che si chiamano Moka, e sono teneri e del tutto inoffensivi. I Moka sono in effetti l’unica cosa di inoffensivo che troverete sull’isola, perchè a parte loro brulica di nemici di ogni tipo che si moltiplicano con una velocità davvero notevole. In effetti non ci si spiega, data l’incapacità dei Moka e la virulenza dei mostri in giro, come mai non si siano estinti secoli primi… ma sorvoliamo su certe discrepanze.

Il nostro “eroe” di chiama Chris Noah, e di eroico all’inizio del gioco ha davvero poco. Potrete scegliere, all’inizio del gioco, tra tre classi differenti: il guerriero, lo scout e il tanker. Il guerriero è il più potente, capace di brandire spade a due mani. Il Tanker usa anche lo scudo ed è il più massiccio e lento. Lo scout usa due armi ed è il più veloce. La scelta di una classe non altera in alcun modo la storia, ma ovviamente dà accesso ad armi, abilità e caratteristiche differenti.

Effettuata la scelta iniziale ci si trova a conoscere i nostri compagni di naufragio. Oltre alla bella Lamia, c’è un misterioso avventuriero (con cui Lamia pare andare d’amore e d’accordo… quindi siamo anche un po’cornuti!) e una coppia di individui che prendono a cuore la nostre sorte sfigata e si occupano di fare di noi dei veri avventurieri, in grado di correre dietro a Lamia e prenderla per le corna (le nostre, a quanto pare!).

La storia non è nulla di che, e si sviluppa con livelli di profondità paragonabili a quelli di una pozzanghera, ma almeno ha il pregio di essere un po’ diversa dal solito e assolutamente senza pretese: non ci sono trame ancestrali, non ci sono principesse da salvare o mondi in procinto di essere inghiottiti dal buco nero. E’ un classico racconto di formazione, con un protagonista scemotto a cui bene o male ci si finisce per affezzionare, dei comprimari leggermente più intriganti, e miriadi di anonimi puffetti (i Moka) da aiutare in decine e decine di quest.

Giusto per non girarci intorno, è meglio dire che Wild Frontier è un vero e proprio grind fest. Le quest si susseguono a ritmi sostenuti e sono tutte in perfetto stile “lista della spesa”: 10 di quello, 20 dell’altro, 15 di quello ancora. La differenza però la fa il gameplay, che è abbastanza divertente da rendere tollerabile anche la ripetizione. Gli elementi di azione sono decisamente ben congeniati: i controlli sono di tipo abbastanza standard, con un pad virtuale per il movimento a sinistra e i tasti di azione sulla destra. Qui possiamo anche configurare le varie abilità speciali, in maniera decisamente comoda ed altamente customizzabile.

Inoltre Wild Frontier rende il grinding un’esperienza utile, da tantissimi punti di vista, non solo per accumulare esperienza. In un perfetto stile “da frontiera”, attraverso i nemici otterrete tutto quello ci cui avete bisogno. In primo luogo materiali: Wild Frontier è letteralmente pieno di materiali diversi, e ogni nemico vi lascerà con due o tre oggetti differenti! Il loro ottenimento non è automatico: occorrerà occuparsi del corpo del nemico, tenendo premuto un pulsante per un certo periodo di tempo mentre Chris procede con l’operazione. Se si viene interrotti si perde tutto, quindi è meglio procedere prima all’uccisione di tutte le bestie che si trovano in giro, e poi al loro “squartamento”.

Però bisogna riconoscere che la gestione dei materiali è anche uno dei limiti principali del gioco, che implementa l’odiato sistema dello zaino “limitato”. Purtroppo gli oggetti che possiamo portare con noi sono divisi per categorie, e per ciascuna di queste abbiamo un certo numero di “slot”: il che è qualcosa di veramente stupido, in un gioco tutto basato sui materiali e sulla loro combinazione. I singoli materiali possono infatti essere “compressi” per creare un materiale superiore: questa operazione si può effettuare diverse volte, dando così accesso a parecchie dozzine di materiali differenti e obbligandoci a continue visite nel nostro inventario.

Oltre ai materiali utili, dai nemici si ottengono anche dei progetti per creare armi ed armature nuove. Quelle disponibili nei negozi non sono sempre di qualità elevata, almeno se paragonate a quelle che potremo forgiarci noi stessi. Per farlo occorrerà avere non solo il progetto, ma anche i materiali necessari, e bisognerà essere accampati in una delle aree designate all’interno dei singoli villaggi moka. Inoltre, sempre dai nostri nemici otterremo delle rune, equipaggiabili dentro appositi slot nelle armi e nelle armature per potenziarle.

Wild Frontier implementa anche un sistema di “cucina”: abbiamo un libro di ricette con cui possiamo preparare dei manicaretti che fungono da potenziamenti (un po’ come avviene nella serie Tales of, per esempio). Un tocco in più decisamente utile e che arricchisce notevolmente la già complessa gestione dei materiali. Volendo è possibile passare ore e ore a forgiare oggetti nuovi, equipaggiarli, rivenderli, cucinare e cercare materiali in giro, e queste operazioni sono decisamente interessanti. Wild Frontier ha l’indiscutibile pregio di rendere il grinding talmente utile da non annoiare mai, in quanto riesce ad offrire sempre nuove combinazioni possibili.

Anche l’avanzamento del personaggio all’interno del gioco è decisamente ben fatto. Chris apprende sempre nuove abilità, che gli permettono di spostarsi più velocemente, di ridurre i combattimenti “occasionali”, di inserire trappole, di acquisire abilità speciali. Ad un certo punto sarà anche possibile utilizzare delle armi a lungo raggio, il che semplificherà notevolmente le operazioni di caccia.

Un’altra piccola chicca di questo gioco è l’implementazione di un sistema di “pet”: è possibile scegliere un animale nemico ed addestrarlo, in modo da farci accompagnare in giro e farci aiutare in diverse operazioni. Wild Frontier e un gioco coreano, e si sa, i coreani ai loro pet ci tengono: queste funzioni sono solitamente presenti nei MMORPG più moderni ed è interessanti vederle anche all’interno di un RPG.

L’unico lato che personalmente ho trovato un po’ frustrante è quello legato ai sistemi curativi. Curarsi in Wild Frontier non è poi così semplice: le pozioni non possono essere equipaggiate come scelta rapida, e occorre ogni volta entrare nel menù (la cui navigazione non è sempre comodissima). Inoltre dopo decine di ore di gioco, e ormai arrivato al livello 30, il mio scout ancora non ha un’abilità che gli permetta di curarsi da solo: questo obbliga a continue soste nei villaggi per approvvigionarsi di (costose) pozioni curative, prima di re-immergersi nella lotta. Morire mette il giocatore di fronte a due opzioni: acquistare tramite in app purchase un kit di pronto soccorso, che permette di “risorgere” li dove siamo morti, oppure ritornare in vita al villaggio moka più vicino, dopo aver “scucito” una certa somma di denaro.

Questo è seccante e non solo perchè obbliga a perdere soldi: spesso capita di morire a diverse decine di schermi di distanza dal villaggio. Tornare indietro è un’operazione lunga, noiosa, complessa, che obbliga ad eccidi di bestiame che non frutta alcuna esperienza (perchè di livello ormai molto inferiore al nostro) e serve solo a deprimere e scoraggiare il povero giocatore.

Nella sua semplicità Wild Frontier è veramente uno dei prodotti più complessi e interessanti che mi siano capitati sottomano. La storia è semplice e senza alcuna pretesa, ma il mondo che ci si trova ad esplorare è decisamente interessante e il gioco implementa alcune cose davvero originali ed inconsuete per un gdr su iPhone. Esiste progressione tra il giorno e la notte, per esempio, e di notte si trovano nemici più cattivi. Le condizioni meteo cambiano anch’esse. C’è tutto un complesso albero di abilità secondarie. Ci sono moltissimi oggetti diversi con i quali è possibile personalizzare il proprio personaggio, anche visivamente, e inoltre questi oggetti possono ulteriormente diversificarsi tramite le rune,

I combattimenti sono veloci e divertenti, e il grinding è fatto in maniera tale da non stancare mai. Gli aspetti tecnici del gioco sono anch’essi molto curati, con una grafica colorata e fluida e un sonoro ben fatto e non ripetitivo. Per gli amanti dei giochi di ruolo Wild Frontier è davvero un acquisto da fare a scatola chiusa: il gioco è da poco diventato del tutto gratuito (e fa quindi affidamento solo sui contenuti extra a pagamento).

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